…….sotto il vestito nulla…..

…….sotto il vestito nulla…..
………….per la sinistra. Finito l’aiuta ad alzarsi il pigiama trovandosi faccia a faccia con la phica di Alina………………..

Tra le due amiche, Ionella di qualche anno più grande in pratica una sorella maggiore ed Alina c’era una profonda amicizia. Alina se l’amica le consigliava qualcosa Lei ascoltava e immagazzinava. Tra di loro non esistevano segreti anche dal lato sentimental-erotico. La più grande visto la mia figura di mi chiede, se posso dedicargli del tempo.
Che tra Viki ed Alina, nonostante la diversità di età, che Lui aveva trovato nella baby-sitter, il suo confessore e penso anche qualcosa d’altro ……….. regnava un buon rapporto di amicizia/amore quasi ossessivo da parte del ragazzo che mai avrei immaginato di vederlo arrivare al punto di esser presente quando era l’ora della puntura. Il quindicesimo giorno puntualmente alle 17/17,10 stranamente mi viene ad aprire Alina [Viki era assente ristabilita]; indossa uno scamiciato da casa senza maniche largo di quelli tutto un pezzo abbottonato davanti, un asciugamano trattiene i capelli (appena uscita dalla doccia), andando nella sua stanza sento che l’acqua scorrere in bagno prontamente: mi dice che è la Signora che si rinfresca perché alle 18,30 ha una visita, sentendomi entrare mi saluta. L’occorrente era pronto sul tavolino/scrivania, le confezioni diminuivano delle quattro ne rimaneva una con le ultime sei fiale, osservó bene tutta la preparazione: dallo scartare la siringa, rompere la fiala, aspirare, nella fase dell’aspirazione i miei occhi rimasero colpiti dal seno, ebbi l’impressione che i capezzoli si inturcidirono “come dovuta ad una sensazione di freddo, di paura” mentre mi seguiva con lo sguardo in tutti i miei movimenti, far uscire l’aria, lo schizzo del liquido verso l’alto, il preparare alcool e ovatta, chiesi se aveva paura della puntura, non era la prima nemmeno la seconda, chinò la testa in avanti “non aveva la spalla di Viki cui appoggiarsi”, alzò il vestito, si distese sul letto senza mutandine, lasciandomi vedere la rosellina mai successo prima ed una leggera peluria castano chiara. Iniziai un lento massaggio preparatorio per far rilassare il muscolo, un leggero pizzicotto ed infilai l’ago. Mi sentivo osservato, dietro in piedi dalla porta della stanza Stefania in accappatoio si gustava la scena, senza dir parola. Finito estratto l’ago, massaggio. Lei entra e chiede se non ha ancora finito la cura, Alina risponde ancora cinque. Stefania, mentre finisco di massaggiare la natica, “diciannove buchi e si vedono solo gli ultimi due. Alina, si tiene ancora un attimo il dischetto e si alza ringraziandomi, e mi accompagna alla porta e mi fa con la mano il segno del telefono. Io “ok aspetto”.
Finito, devo ancora andare da Carluccio, un signore che è costretto a passare la maggior parte del tempo a letto, legato alla bombola dell’ossigeno ed al tubo catetere. Suono alla porta e mi viene ad aprire Nunzia la consorte, molto più giovane di lui “personalmente non vorrei esagerare quindici se non venti anni di differenza tra loro ci sono”, appoggio la mia borsa sulla sedia in cucina/soggiorno mi avvio in camera da letto Lui come mi vede mi sorride, con il pannolone ed una sorta di canottiera per asciugare il sudore, la moglie accaldata con indosso un copricostume non voglio esagerare mi sembra piccolo posso pensare che sia della figlia a fiori. Sul settimino il materiale che mi serve per la sostituzione, in men che non si dica faccio un lavaggio interno e lo sostituisco. In un sacchetto metto il materiale che deve essere smaltito con i quanti monouso, mi soffermo una decina di minuti a parlare del caldo torrido con Carluccio, arriva la Nunzia con due bicchieri ed una bibita fresca, mentre la sorseggio con piacere mi chiede se: ho fretta “sa che sono sempre di corsa” rispondo di no, e mi chiede di farle una iniezione, acconsento. Mi congedo da Carluccio e vado in cucina dove sul tavolo in bella evidenza due s**tole di Liposom Forte, dalla mia borsa tiro fuori siringa e chiedo se ha del cotone ed Alcool mi dice che ha dei dischetti, vanno bene lo stesso. Mentre preparo, arriva la sorella di Nunzia e gli chiede per chi è, se per il cognato o lei, Nunzia candidamente per me faccio uscire l’aria inumidisco il dischetto con alcool e la guardo, Con una faccia più confusa che persuasa mi fa segno di seguirla andiamo nella camera dei figli, si alza il vestito e si butta sul letto, accosto la porta. Senza mutande, mi fa vedere due culatte bianco latte una rosellina e qualche pelo castano chiaro. con qualche leggero segno di cellulite mi abbasso leggermente, disinfetto con il cotone un leggero pizzicotto e l’ago entra come nel burro, inietto tutto il medicinale, levo l’ago e massaggio bene per permettere che si espanda bene la medicina, lei con la destra mi trattiene la mano sulla coscia. Mi alzo e rimane ancora qualche minuto distesa con il sedere bene all’aria a godersi il fresco lasciato dall’alcool. Aspetto e chiedo se ha bisogno, subito mi dice di no, poi si gira a pancia in su è si mostra il suo frutto con un cespuglio di peli, Mentre iniettavo, mi chiedeva la mia giornata tipo. L’aiuto con la mano destra ad alzarsi, butto nella spazzatura il materiale usato e mi prendo la borsa, salutando i presenti. Nell’accompagnarmi dalla consolle all’ingresso prende una busta bianca e me la consegna, “sapevo cosa conteneva ringrazio come mia consuetudine con il mio sempre – non deve disturbarsi tutte le volte – il mio occhio si sofferma sulla corrispondenza presente, buste familiari che me ne capitavano tutti i giorni quando le Signore venivano invitate a rivolgersi in ambulatorio per screening, del collo dell’utero, per una mammografia.
Quello che racconterò in un seguito ha qualcosa dell’inverosimile, che neanche io riesco ancora a credere, è capitato

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