LA DISCOTECA PARTE 8^ IL FINALE (STORIA VISSUTA)

LA DISCOTECA PARTE 8^ IL FINALE (STORIA VISSUTA)

LA DISCOTECA

(PARTE OTTAVA FINALE STORIA VISSUTA)

Dopo lo spettacolo, erano circa le due della notte, ci avviammo verso
la nostra stanza, non senza aver notato che dopo la distribuzione dei
gelati il NEGRONE era sparito, questo fece miseramente naufragare le mie
pur tenue speranze, ma, arrivati al nostro bungalow ebbi un tuffo al cuore, il BESTIONE DA MONTA era seduto su un grosso sasso proprio di fronte al nostro ingresso.
Mia moglie, con tono che non ammetteva repliche mi disse di tirare
dritto, l’accontentai pensando di giocarmi l’ultima carta a letto.
Entrammo in camera e senza parlare ci svestimmo.
Subito cominciai a BACIARLA dietro l’orecchio, sapevo che era un suo
punto debole, poi la feci sdraiare e dopo averle percorso con la LINGUA
TUTTO IL CORPO, passai a LECCARLE LA PUCCHIACCA che trovai già FRADICIA,
pensai è fatta!, quindi le dissi: “come vedi avevo ragione io, l’hai
fatto TALMENTE ARRAPARE che ha certamente rinunciato a qualche ragazza
giovane per venire a FOTTERSI LA SIGNORA SPOSATA, pensa che se avessi
accettato la scommessa avresti perso alla grande, comunque rispetto la tua
volontà, ma sii onesta non sarebbe PIÙ BELLO se lo lasciassimo entrare,
non puoi negare che IMPAZZIRESTI se, mentre ti LECCO, lui venisse a darti
in MANO, ancora FLOSCIA, LA BESTIA che ha nelle MUTANDE invitandoti a
SUCCHIARGLIELA, puoi negare che SBRODOLERESTI SENTENDOTELO CRESCERE nella
BOCCA?, dai andiamo alla finestra, guardalo dalla persiana socchiusa, e
poi deciderai”.
“E’ inutile che insisti, lo sai non sono ancora pronta, un domani forse
ti accontenterò, adesso contentiamoci solo di parlarne e se lo ritieni
meglio, parliamone pure alla finestra”, rispose la TROIONA INFOIATA.
Si poggiò al davanzale, socchiuse leggermente la persiana e cominciò a
MASTURBARSI, mi poggiai dietro al suo MAESTOSO CULO e le INFILAI LA MAZZA
TRA LE COSCE.
“Dimmi la verità, che cosa vorresti fare con lui?”, le sussurrai allo
orecchio, sempre più INGRIFATO.
“Tra tutti quelli su cui abbiamo FANTASTICATO questo è quello che mi
ARRAPA di più, per un attimo ho avuto paura di non saper resistere, poi
per mia fortuna sono riuscita a controllarmi, quindi CHIAVIAMO mentre
lo guardo e SOGNO che sia lui a FOTTERMI, perché è inutile nasconderlo,
io con uno come quello FAREI DI TUTTO, comincerei col BACIARGLI ogni
centimetro della pelle, gli LECCHEREI CAZZO E PALLE per ore, mi farei
RIEMPIRE LA FICA dal SUO PALO DI CARNE, ed arriverei a FARMI INCULARE
pur sapendo che potrebbe SPACCARMI IL CULO, ma la cosa che più vorrei
fargli è un BOCCHINO LUNGHISSIMO facendo girare la mia LINGUA intorno
alla SUA NERA CAPOCCHIA fino a farlo SBORRARE, dai, mentre sogno di
SPOMPINARLO mettimelo tra le CHIAPPE, GODREMO come DUE MAIALI”.
Non esitai un attimo, con un solo colpo le SFIONDAI IL BATACCHIO nello
SFINTERE SPINGENDO come un indemoniato e LE INFILAI IL POLLICE IN BOCCA.
MUGULANDO di PIACERE cominciò a CIUCCIARLO come una POPPANTE ed AUMENTO’
il ritmo del DITALE, la situazione era VERAMENTE ECCITANTISSIMA, capivo
perfettamente che la MIA VACCONA stava SUCCHIANDO non il mio pollice ma
L’UCCELLO di quel NEGRONE, per un attimo chiusi gli occhi e vidi GIOIA
che ALLARGAVA al MASSIMO le sue LABBRA per AVVILUPPARE l’ENORME CAPOCCHIA
del ragazzo.
Fui risvegliato dalla frase di mia moglie che, LECCANDOMI VORACEMENTE
il dito, sibilò: “eccolo MI SBORRA IN BOCCA, che BELLO, CHE BELLO, GODO
anch’io, dai, tesoro VIENIMI NEL CULO, VOGLIO SENTIRE ANCHE TE”.
Le STRINSI LE ZIZZE, le dissi: “tu diventerai la più GRANDE ZOCCOLA
di TUTTI I TEMPI, BECCATI QUESTO”, ASSESTANDOLE un’ultima VARRATA che
la schiacciò contro il davanzale e poi le SCARICAI NELLE VISCERI UN FIUME
DI CALDISSIMA BRODA.
“Basta così, altrimenti godo subito”, interruppe Dario, “io le LECCATE
della tua signora le ho desiderate appena l’ho vista, ho subito notato
che ha un viso da SIGNORA PERBENE ma DUE LABBRA DA BOCCHINARA, sappi che
durante il tragitto in macchina mi sono MASTURBATO come un FORSENNATO
pensando che da lì a poco avrei potuto METTERGLIELO LIBERAMENTE IN BOCCA”.
“Ed è stato bellissimo”, aggiunse la VACCONA che si TOCCAVA sempre più
OSCENAMENTE, provocando in noi tutti una sempre maggiore ECCITAZIONE.
“Io invece”, intervenne Filippo, “vorrei ancora CHIAVARTI, quando mi
stavi SOPRA ad un certo punto hai smesso di CAVALCARMI, ti sei FERMATA
e solo MUOVENDO i muscoli interni della PUCCHIACCA mi hai MASSAGGIATO
il CAZZO, mi hai fatto un BOCCHINO CON LA FICA, sei INCREDIBILMENTE
BRAVA, sento ancora la PELLE della tua FESSA SFREGARMI LA CAPOCCHIA”.
“Ed io sento ancora il tuo BASTONE NELLA PANCIA, ma mi sembra anche
di avere ancora la MAZZA di Carlo tra le CHIAPPE e l’UCCELLONE di Dario
tra le LABBRA, per pietà smettetela mi fate impazzire, io sto quasi per
GODERE un’altra volta”.
“Tesoro prova a trattenerti qualche secondo”, dissi, e poi rivolgendomi
agli amici aggiunsi: “penso che siamo tutti sufficientemente ECCITATI
per un’ultima VENUTA, quindi avviciniamoci al letto ed appena la CHIAVONA
GODRA’ le faremo provare il BUKKAKE, le SBORREREMO TUTTI IN FACCIA”.
Tutti fummo d’accordo ad eccezione di Gioia che sibilò: “NO, vi prego
è più bello se cominciate a GODERE VOI, ai primi SCHIZZI DI SBORRA GODRO’
anch’io, così, per me sarà più bello, forza MENATEVELO, FATEMI UN BAGNO DI
SBORRA, TRATTATEMI COME UNA PUTTANA, COME UNA TROIA”.
Non ricordo chi cominciò per prima, ma so solo che dopo pochi istanti
mia moglie era SOTTO UN DILUVIO DI SPERMA ed il volto fu subito coperto da un denso strato di SBORRA.
Lei, URLANDO COME UN OSSESSA, GODETTE GIA’ ALL’ARRIVO DELLE PRIME GOCCE,
poi, a DUE MANI, SI SPALMO’ LA BRODA PER TUTTO IL CORPO ed infine con
la LINGUA SI RIPULI’ OSCENAMENTE LE DITA IMPIASTRICCIATE.
Io ed i nostri amici ci sedemmo DISTRUTTI sul bordo del letto non
lesinando complimenti alla SIGNORA vera “DEA DELLA SCOPATA”.
Dopo una indispensabile doccia, prendemmo congedo con l’augurio
reciproco di rincontrarci la prossima estate.

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