La cognata

La cognata
Un impegno di lavoro improrogabile non permetteva a Raul di stare con me per qualche notte. Vista la mia situazione di prossima partoriente non potevo certo restare da sola, né tantomeno andare con lui all’estero.
A casa mia per evitare eventuali ospiti non avevo mai voluto divani letto o letti in più, si poneva perciò il problema di come fare o di dove andare.
Era stata mia cognata ad offrirsi.
“Posso venire io”, aveva detto, “tanto domani iniziano le vacanze di Pasqua, non c’è scuola, i bambini sono a casa e lo stesso lo è mio marito perché in ferie”.
Avevo accettato la sua proposta con molto piacere.
Mia cognata Manuela, oltre ad essere una bellissima donna, era anche molto simpatica.
Non avevo molta confidenza con lei, mi sarebbe piaciuto averla ma probabilmente la situazione di parentela un po’ ci bloccava.
Avevamo sposato i due fratelli, gemelli tra l’altro e nonostante fossimo spesso insieme a condividere la stessa casa di vacanza al mare non eravamo mai riuscite ad entrare in una sintonia più confidenziale.
Poteva essere quella l’occasione giusta.
La serata era trascorsa parlando del più e del meno. Pettegolezzi da donne.
Era circa mezzanotte quando avevamo deciso di metterci nel lettone.
Manuela aveva un fisico notevole. Mora, capelli lunghi mossi, alta, magra ma morbidosa con un seno notevole, almeno una quinta se non una sesta.
Per venire a letto si era spogliata nuda davanti a me senza problemi, non era la prima volta che lo faceva. Durante le vacanze al mare era capitato spesso mentre provavamo i costumi, ma vederla lì in casa mia mi aveva fatto un effetto diverso.
La guardavo ammirata al punto che lei se ne era accorta. Ero stata io a dirle subito:
“Che fisichino Manu, sei perfetta, mi fai un’invidia”.
“Senti chi parla” aveva risposto “un paio di mesi e torni prima”. Aveva aggiunto.
Aveva poi indossato prima di coricarsi una t-shirt ed un paio di pantaloncini molto sgambati. Tipo quelli che si usano nelle gare di atletica.
Una sgambatura che che le metteva ancora di più in risalto un culetto alto.
Aveva notato il mio sguardo su di lei ma non aveva fatto commenti. Non era per niente infastidita anzi mi era quasi sembrato che volutamente volesse essere guardata.
“Dici che me la devo depilare” ? Aveva chiesto. “Oggi se la depilano tutte ma a tuo cognato piace così”! Aveva continuato.
Non mi aspettavo un’uscita del genere ma la cosa mi era piaciuta.
“Beh io l’ho depilata adesso per il parto ma altrimenti la tengo con il pelo. Si vede che i gemelli hanno gli stessi gusti”. Avevo risposto sorridendo.
“Vado un attimo in bagno”. Aveva detto mentre si era allontanata.
Nel frattempo mi ero anch’io preparata per andare a letto ma contrariamente di Manu mi ero imbacuccata come se fossimo al polo nord. Pigiamone e felpa pesante.
Manu era tornata ma non aveva sonno. Si era sdraiata a pancia in giù senza coprirsi con il piumone.
Aveva voglia di parlare. Mi era sembrato di intuire che mi volesse chiedere o di parlare di qualcosa di specifico. Infatti.
“Posso chiederti una cosa, visto che stiamo entrando in confidenza”?
“Certo che puoi. Mi piacerebbe molto avere confidenza con te”. Le avevo risposto.
“Ma tu hai mai avuto rapporti, diciamo lesbo”? Aveva chiesto.
Era quella una domanda che non avrei mai voluto sentire. La mia paura di essere scoperta da qualcuno della famiglia era tornata a galla di colpo.
Sicuramente ero diventata rossa ed ero riuscita solo a dire:
“Perché me lo chiedi”? Ma la mia non era una curiosità ma più una paura che lei avesse intuito qualcosa.
“No scusa così. È un po’ che ci penso e ti dirò che sono molto confusa. Ho conosciuto in metropolitana una ragazza che, insomma, mi ha proposto di uscire con lei. Mi sento attratta da lei, arrivo anche a desiderarla, mi masturbo pensando a lei, ma non riesco ad andare oltre. La desidero, mi piace pensare che succeda qualcosa ma non trovo il coraggio di un contatto fisico con lei. Volevo solo sapere se a te fosse successo un qualcosa del genere. Tutto qui. Ma se non vuoi non parliamone”.
“Figurati parliamone pure” Avevo risposto.
Dentro di me avevo una voglia di dirle tutta la mia verità, per un attimo lo stavo per fare ma mi ero trattenuta.
“Sì, una volta”. Avevo risposto mentendo spudoratamente.
“Davvero! Ma ti era piaciuto”?
“Si. Direi di sì”. Avevo risposto.
“Ti va di raccontarmelo”? Mi aveva chiesto restando sempre in quella posizione, sdraiata con il culetto in aria.
La situazione si stava scaldando avevo voglia di raccontarle una storia ma non sapevo quale. Ne avevo inventata una.
“Era una ragazza che avevo conosciuto quando ero in negozio. Eravamo subito entrate in sintonia, sguardi, sorrisi. Mi aveva fatto capire le sue intenzioni. Anch’io la desideravo, in quel periodo mi toccavo pensando a lei ma avevo paura di un contatto fisico. Alla fine ho accettato un suo invito e ci sono andata a letto”.
“Wow. Dai racconta, voglio i particolari. Vi siete baciate? Toccate? Dai raccontami tutto”. Aveva chiesto.
Non capivo le sue intenzione ma mi piaceva l’idea di essere ascoltata. E poi vedevo che Manu si stava eccitando.
“Beh, avevo accettato un invito a bere qualcosa a casa sua poi alla fine ci siamo sdraiate sul lettone a chiacchierare. Ero sdraiata così come lo sei tu adesso. Poi lei aveva iniziato a massaggiarmi la schiena”. Avevo detto.
La guardavo, si era messa in posizione di relax, non aveva più la testa appoggiata sui gomiti ma sul cuscino, come se volesse essere massaggiata. Anzi mi era sembrato quasi un invito.
Sentivo che dovevo agire.
“Aveva iniziato a massaggiarmi la schiena”, così vedi e per farle vedere avevo iniziato a massaggiarle io la schiena, “prima da sopra la maglietta, lentamente, così dolcemente piano piano, dopo da sotto la maglietta. Poi mi aveva chiesto di toglierla”.
Rifacevo su lei le stesse cose che raccontavo. Manu non si opponeva e lasciava fare. Si era fatta alzare la maglietta e poi se l’era tolta da sola.
Le massaggiavo la schiena restando sdraiata di fianco a lei. Mi piaceva farlo e vedevo che anche a lei piaceva molto, sopratutto quando la massaggiavo sotto le ascelle e le toccavo la parte del seno che fuoriusciva dalla schiena. Sentivo le sue vibrazioni di piacere ogni volta che mi avvicinavo al suo seno.
Aveva iniziato a sospirare. Sentivo il suo respiro sempre più affannoso.
Era stata lei ad incitarmi a proseguire con un:
“E poi”?
“Poi mi aveva prima abbassato le mutandine fino a metà coscia, così vedi? Mi aveva scoperto il culetto e sentivo le sue mani tra le mie chiappe. Mi sfiorava il buchetto facendomi venire i brividi di piacere”.
Manu si lasciava spogliare restando in silenzio. Le avevo abbassato i pantaloncini e scoperto un culetto ancora con il segno dell’abbronzatura visto che era tornata da poco da un viaggio nei paesi caldi.
“Poi aveva iniziato ad accarezzarmi tra le cosce” Avevo continuato a dire mentre avevo messo la mia mano tra le sue cosce.
Sentivo la sua fighetta bagnata. Una fighetta gonfia con due labbra meravigliose.
Manu era rimasta sdraiata in quella posizione. Sentivo i suoi fianchi che li spingeva verso l’alto. Era evidente che voleva sentire meglio le mie dita dentro di se.
Ero entrata con le mie dita dentro la sua fighetta, mi sembrava tutto così strano. Mia cognata sdraiata nuda al mio fianco e io che la toccavo.
Manu stava godendo e l’aveva fatto esplicitamente capire aggiungendo un ennesimo :
“e poi”?
“Poi mi aveva fatto voltare verso di se. Continuava a toccarmi la fighetta, mi accarezzava mentre mi baciava il seno. Successivamente si era avvicinata alle mie labbra e mi aveva baciata appassionatamente”.
Manu non si era voltata, era rimasta nella sua posizione. Aveva solo aumentano i ritmi del suo bacino spingendolo sempre in alto per sentire le mie dita più in profondità.
La sentivo fremere, agitarsi, capivo che era al limite e quando ancora dopo un ennesimo “e poi dai continua” era esplosa in un lunghissimo orgasmo facendomi sentire le sue contrazioni.
Nel frattempo io continuavo a parlarle per eccitarla maggiormente dicendole:
“E poi mi baciava, ci baciavamo e lei continuava a toccarmi mentre io raggiungevo l’orgasmo. Così come te adesso. Un orgasmo lunghissimo, bellissimo. Dai brava mi piace vederti mentre godi, sei bellissima”.
Era rimasta così sdraiata per almeno un paio di minuti, in silenzio.
Avevo tolto la mano dalla fighetta, mi sarebbe piaciuto coccolarla con dei bacini sulla schiena ma avevo qualche difficoltà a farlo per via della panciona. Avevo soltanto continuato ad accarezzarle dolcemente la schiena e il culetto, restando in silenzio anch’io.
Dopo qualche minuto era stata lei a spostarsi e rivestirsi.
“Cazzarola che goduta”! Aveva detto ed poi aggiunto “mi si aperto un mondo nuovo davanti”! Non aveva aggiunto nient’altro e c’erano addormentate così.
La mattina seguente non una parola di quanto era successo. C’eravamo alzate ed ognuno aveva fatto le sue cose. Parlavamo tranquillamente come se niente fosse successo. Eravamo uscite a fare colazione al bar e solo allora mi aveva detto:
“Ho pensato tutta la notte a quanto successo. A me è piaciuto moltissimo. Poi pensavo che deve essere stato bellissimo per te raggiungere l’orgasmo mentre la tua amica ti baciava. Mi manca questa cosa. Un orgasmo mentre vengo baciata. Ci pensavo ed avevo ed ho una voglia matta di provare questa sensazione. Anzi ti dirò sono ancora eccitata da morire. Vedremo”.
Aveva poi aggiunto:
“Ma quando torna Raul”?
“Domani”. Le avevo risposto.
Click
Laura

Bir yanıt yazın

E-posta adresiniz yayınlanmayacak. Gerekli alanlar * ile işaretlenmişlerdir