Zia Carla 2° parte

Zia Carla 2° parte
Salve amici eccomi, questa volta vi ho fatto aspettare un po’ la seconda parte della storia con zia Carla, ma ho avuto parecchi problemi di lavoro.
Ora spero vi piaccia la seconda parte.

Per fortuna non vide il sorriso che spuntò sulle labbra, avesse saputo quante battaglie con la mia sorellona, ma io ero l’ingenua, con zia volevo esserlo, volevo imparare da lei, quello che mia sorella non poteva sapere.
Fu lei a prendere l’iniziativa…
“vieni andiamo a letto”
Mi abbraccio, con la mano strinse il piccolo seno, mi accompagnò nella camera matrimoniale, pensavo ci saremmo gettate a letto, probabilmente lo intuì.
“calma, abbiamo tanto tempo davanti a noi”.
Mi girò verso di se e guardandomi negli occhi.
“da questo momento non sono più tua zia e tu non sei mia nipote, siamo due donne vogliose di dare e ricevere amore, sei d’accordo?”
“ si.. z.. scusa …si Carla”
“brava Liana, impari presto”
Detto ciò, prese il mio viso da sotto il mento, avvicinandolo al suo, incollò le labbra, con la lingua dischiuse le mie, entrandovi prepotentemente .. cominciando ad esplorare l’interno della cavità, alla ricerca della piccola regina, la trovò e da quel momento non la mollò più, la leccava, succhiava, mordicchiava, mi invitava a fare altrettanto e io da brava alunna eseguivo lo stesso esercizio, fino a quando non cominciai ad eseguirlo autonomamente.. anticipando le esigenze dell’altra, inseguendo e succhiando, in un vortice di sensazioni incredibili, mai provate con mia sorella, che portarono a farmi cedere le ginocchia.
Carla se ne accorse, mi sorresse, adagiandomi assieme a lei sul letto.
Senza togliere le labbra dalle mie, continuò con il bacio.
Sentivo il corpo illanguidirsi, le forze che mi abbandonavano, non reagivo più, mi lasciavo trasportare nel suo mondo di lussuria.
Continuò per un bel pò a rovistare nella bocca, le mani sempre a tenermi la testa, le bocche piene di saliva.
Lentamente cominciò a staccarsi.
Iniziò a baciarmi le guance.
Il lobo dell’orecchia.
Vi entro con la lingua.
Una scossa lungo tutto il corpo.
La mano che solleticava il collo, vicino all’attaccatura dei capelli.
Scese, arrivando alla spalla.
Tolse la mano dalla testa.
Mi alzò il braccio, ormai ero una bambola nelle sue mani..
Le labbra scesero nell’incavatura dell’ascella.
Un’altra tremenda scossa attraverso nuovamente il corpo.
Ma questa volta perdurava, quella lingua che leccava, leccava, era come un volano che alimenta la corrente.
Anche se in uno stato di semi incoscienza, avvertii l’arrivo, della marea.
Santo cielo, stavo per avere un’orgasmo.
Non sapevo che l’ascella fosse una zona erogena cosi sensibile.
Cominciai a mugolare, la mano libera artigliata al lenzuola.
La lingua di zia continuava a leccare voracemente l’incavo.
Un calore tremendamente piacevole all’inguine.
Qualcosa di bagnato stava uscendo dalla passera.
Smise di leccare.
Lasciò andare il braccio, che cadde inerte sul letto.
La mano sul mio pube.
Una lunga carezza fatta con le dita.
Alzandosi su di un gomito, mi guardò lungo.
Sempre guardandomi porto la mano alle labbra, comincio a leccare le dita, con vera sensualità.
“come immaginavo, sei veramente calda ragazza mia, sono bastate poche leccate per farti venire”.
“è una male questo?”
Le risposi con voce ansimante, con il corpo scosso dai tremiti dell’orgasmo.
“no è una cosa eccezionale, se saprai usarla bene, farai impazzire sia gli uomini che le donne”.
Continuava a leccare le dita.
“buono il tuo miele, molto buono”
“Carla, voglio anchio…”
“ssssss la lezione non è ancora finita chiudi gli occhi e preparati a partire per un lungo viaggio,.mettiamoci più comode”.
Ci sdraiammo nel bel mezzo del lettone.
“ora ti farò tutto quello che due donne possono fare tra di loro, impara bene, poi dovrai farle a me”.
Non riuscii a pronunciare la risposta.
La sua bocca era nuovamente incollata alla mia.
Il gusto era cambiato, alla saliva si era mischiato il sapore dei miei umor, era la prima volta che li assaggiavo.
Cominciò a scendere lungo il collo.
Si ferma.
Prese due cuscini e li sistema sotto il corpo, facendo in modo che le gambe si aprissero ancor di più, mettendo in risalto il monte di venere, soddisfatta disse.
“ti voglio completamente offerta a me, ora chiudi gli occhi, pensa, cosa vorrei mi facesse?”.
Non mi diede il tempo di pensare, riprese da dove si era interrotta, le mani sui seni, morbide, languide, ne seguono docilmente il contorno, strizzando piano, sento i capezzoli che rispondono alla presa, li sento appuntirsi, come piace a me, ci gira attorno, apro gli occhi la guardo, mi piace, vedo in lei una donna affamata di sesso, li rinchiudo e mi lascio trasportare nel paese della libidine pura.
Pronuncia piano il mio nome.
“Liana… Liana…”
Insinua le mani nella parte interna delle cosce, solleva la mano, infila il dito medio nella mia bocca,lo succhio leggermente, inumidendolo con la saliva, lo lecco un poco, poi pian piano fa scivolare la mano sulla pancia, trattengo il respiro,fa scendere il dito in mezzo al pube, lentamente.
Esplora i riccioli, mandando in avanti quel dito che un attimo prima avevo in bocca .
Giù, giù, lentamente, sino ad individuare l’inizio della fessura..
Ecco, ora spinge il dito più in basso.
Sono bagnata.
Sento un forte calore.
Scende ancora più giù, sino al bottoncino, lo accarezza piano, ci gira attorno, lo lusinga ma senza dargli importanza, o liscia, lo bagna con la saliva, sento che si ingrossa, diventa poco a poco più turgido, il dito si bagna da sé di nuovi umori, risale su, verso l’inizio della fessura, riscende giù, girando intorno al clitoride, una, due, tre volte, sento un’ onda di calore che comincia a salire da dentro.
Scende più giù, sempre col dito in avanti, lo manda in avanscoperta tra le gambe.
Allargo appena le cosce per facilitargli la strada.
Ecco, le grandi labbra si dischiudono.
Passa il dito sul filo superiore, segue il profilo, prima a destra e poi a sinistra, le sento aprirsi spontaneamente pian piano, come le valve di una conchiglia, come un fiore che sboccia per accogliere l’ape, le accarezza con un movimento circolare.
Gli umori si fanno strada dall’interno, le rendono morbide, umide, carnose,
Ecco, ci siamo
Allargo ancora di più le gambe.
Apre delicatamente la vulva.
La mia bella vulva rosa.
Esplora con il dito l’interno, segue il calore, infila appena appena il medio, non molto, solo una falange, lo muove piano, in cerchio, avanti e indietro, senza farlo penetrare troppo, lo tira fuori e me lo infila in bocca, sento il gusto acre, un po’ salato, lo succhio e lo lecco, mentre lei sussurra di nuovo il mio nome.
“Oh… Liana, Liana…”.
Quello che sento in bocca è il mio sapore, il gusto del mio fiore segreto, mi piace
L’eccitazione sale.
Continuo a tenere gli occhi chiusi.
Ecco, la mano torna tra le gambe, le cosce si allargano per accogliere meglio le dita che frugano vogliose quel caldo letto di carne, sento un dito che entra, non fino in fondo, lo sa che sono vergine, mi inarco per il piacere, il dito esce ed entra, esce ed entra, esce ed entra, mentre in me monta l’eccitazione, che sale fino alla testa, passa per la schiena e ritorna laggiù, nel punto più caldo del corpo.
Sento le ondate di piacere che con una vibrazione si irradiano dal clitoride, pulsa, vuole essere accarezzato, vibrato, leccato.
Sento la lingua che mi esplora, mi bacia, mi succhia.
Sento il dito che entra nella vagina,.mentre la lingua succhia, lecca, succhia, con dei piccoli gridi sommessi, vengo selvaggiamente, con un tremito liberatorio..
Mi abbandono esausta, non avevo mai provato un’orgasmo così squassante, mi sento vuota, il cervello non connette, il corpo pesante, non riesco ad aprire gli occhi, non c’è la faccio, ho esaurito ogni forza,vorrei lasciarmi andare e dormire,dormire.
Sento le mani che mi sollevano.
Tolgono i cuscini da sotto.
Ne mette uno sotto la mia testa.
Non voglio dormire.
Reagisco.
Apro gli occhi.
Zia è lì.
Mi guarda.
Sorride.
“tutto bene bambina mia?”
“si zia, tutto bene,che viaggio meraviglioso”.
“ne sono felice”.
“zia ora tocca a me”
“cosa vorresti fare?”.
“darti quello che tu hai dato a me”.
“pensi di farcela?”.
“certo zia”.
Faccio per alzarmi, il corpo non risponde, non esegue gli ordini, le braccia restano abbandonate,sul letto,la testa incollata al cuscino, le gambe che sembrano due macigni.
“zia che succede?”.
“nulla..amore mio,nulla è il tuo primo vero orgasmo è naturale che sia esausta”.
Ha ragione non avevo mai provato una cosa del genere, mia sorella era una dilettate al suo confronto, ma volevo reagire perciò.
“ma io desideravo….”.
sorridendo appoggia le sue labbra alle mie,.un dolcissimo bacio,il bacio della buonanotte.
“riposa, bambina mia, riposa,.abbiamo tanto tempo davanti a noi, avrai tante cose da imparare”.
Cullata dalla sua voce,mi sono addormentata.
Mi sveglio baciata da un raggio di sole,mi guardo attorno, zia non c’è,mi rendo conto che deve essere tardi,mannaggia la scuola,faccio per alzarmi e vedo sul comodino un biglietto e di zia.
”non ho avuto il coraggio di svegliarti,ho telefonato alla Preside,per oggi puoi rimanere a casa”
Zia la mia meravigliosa zietta.
Mi rimetto comoda, accocolata sotto le coperte.
Vado indietro di qualche mese.
Ripenso al primo contato che ho avuto con il sesso.
Era un compagno di scuola con il quale studiavo nel pomeriggi in cui non avevo il rientro.
Giocavamo al dottore.
Nella sua cameretta, dove avremmo dovuto studiare,complice la mancanza di sua madre che era al lavoro,mi faceva sdraiare sul letto, mi alzava la maglietta, iniziava a toccare le tettine che incominciavano a spuntare, portavo la prima un pò presuntuosamente,mi toccava sopra il reggiseno, lo toglieva .. pasticciava le tettine.
Al ricordo, mi sto toccando come non mai, mi sono persino messa in bocca un dito, pieno dei miei umori, la serata con zia, mi ha lasciato una carica erotica incredibile.
Sollevava la gonnellina, abbassava le mutandine bianche di cotone ricamate.
Ero una ragazzina parecchio civettuola.
Incominciava a pasticciarmi la patatina, attorno alla quale cominciavano a spuntare i primi peli.
A quelle prime inesperte manipolazioni, uscivano goccioline di miele, mi piaceva tantissimo, stavo provando i primi orgasmi, anche se non ne ero completamente cosciente.
Un giorno, non potendone più gli chiesi di leccarmela ben bene, (lo avevo sentito dire,ascoltando mia sorella che si confidava con la sua amica), avreste dovuto vedere la sua faccia, non lo rividi più, che coglione, ho forse la colpa è stata mia?
Sorridendo mi alzo.
Va bene non andare a scuola, ma oggi ho lezione di spagnolo e non intendo perderla, mi vesto e scendo da mamma, faccio colazione.
“devi stare attenta a mangiare pesce crudo, tu è quella pazza di Carla, mangiare alla Giapponese,che stupidata”.
Non sapevo cosa dire, ressi il gioco, zia aveva raccontato quella balla per giustificare una notte insonne da parte mia.
“hai ragione, a dir la verità, non mi piaceva per nulla, meglio la tua zuppa di pesce”.
Mi avvicinai dandole un bel bacione, mi sentivo in colpa, raccontarle una bugia, non lo facevo mai.
“cmq mi sento meglio, sono riuscita a vomitare tutto, nel pomeriggio vado a lezione di Spagnolo”.

Vi ringrazio per avermi letto e come sempre il mio solito bacio.

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