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LO SPRITZ
Era un bel sabato mattina di una tiepida giornata di primavera. Ogni cosa si svolgeva secondo la classica routine d’ogni sabato, nulla di nuovo, solito risveglio di stenti dopo una brava notte. Da poco ero uscito ed avevo deciso di andare a fare un giro in centro per vedere cosa proponevano di nuovo i negozi, se c’era qualche affare o se magari s’incontrava qualche amico o amica. Tra giri e rigiri non avevo concluso nulla se non l’aver colto il piacere di quei morbidi raggi di sole che a primavera riscaldano più il cuore che il corpo. Oramai s’avvicinava mezzogiorno e così mi avviai verso il primo grazioso bar con il desiderio di prendere un aperitivo. Stavo lì, seduto nell’attesa che arrivasse il mio spritz, di fronte a me, in un altro tavolo, c’era seduta una bellissima donna di mezza età; maturità, fascino, garbo, bellezza ed esperienza si mescolavano in un solo corpo, abbigliamento tipico di una persona di classe né troppo appariscente e stomachevole ma nemmeno essenziale e poco femminile. La prima impressione è stata di vedere una vera propria donna, una di quelle che capitano poco spesso in una sola vita, ben curata ed allo stesso tempo semplice e capace di enfatizzare ancor più la sua femminilità. Portava un classico paio di scarpe nere di pelle con tacco, collant, gonna appena sopra alle ginocchia ed una camicia leggera ed un po’ sbarazzina, appesa alla sedia, la giacca. Ovviamente il mio sguardo non riusciva a resistere al guardarla, a fatica cercavo un altro orizzonte dove puntare i miei occhi ma in breve tempo cedevo alla costante tentazione di ammirarla. Mille ed ancor più pensieri affollavano la mia mente, gli ormoni erano già in fibrillazione ed ogni cosa che facevo e pensavo era rivolto a lei. Se ne stava lì, seduta che leggeva una rivista ed aveva già consumato un caffé, speravo in qualche modo di poter incrociare il suo sguardo almeno una volta, ma lei, sembrava non essersi ancora accorta della mia presenza. Al tempo non avevo gli anni che oggi porto, ero molto più giovane e per una donna così sapevo di poter apparire solo come un bimbo. Certo non ero spaventato, nella mia vita avevo avuto più di una relazione sentimentale con donne ben più mature di me, ma come dice la parola stessa, erano state storie sentimentali e quando c’è il cuore di mezzo, certe regole non valgono. Stava lì, proprio davanti a me, mai mi aveva degnato di uno sguardo, io continuavo invece a fissarla, cercavo disperatamente di non farlo per educazione, ma la tentazione era troppo forte. Un po’ scoraggiato, un po’ voglioso di spegnere quel rogo che dentro mi bruciava, non aspettavo altro che quell’aperitivo per potermene andare. Persi tempo fumando una sigaretta e guardando il cellulare come se ci fosse stato realmente qualcosa che m’interessasse. Arrivò il mio spritz e ne fui felice, finalmente potevo uscire da quella situazione e mettere in pace il mio corpo. Ero assolutamente ignaro che il mio squisito aperitivo avrebbe cambiato ogni cosa di quella piccola parentesi di vita. L’arrivo del cameriere con il suo vassoio d’argento e con sopra l’aperitivo le aveva fatto alzare la testa, in primis il suo sguardo seguì la mia bevanda, forse ne avrebbe gradito uno anche lei vista la tiepida giornata, poi infine si posò su di me. Mi sentii raggelare il sangue, il cuore all’improvviso impazzì, ero visibilmente emozionato al solo sapere che m’aveva solo guardato, certo non per chissà quale motivo, ma forse solo per appagare la curiosità di bizzarri occhi che sempre vogliono vedere. Subito dopo però arrivò un suo sorriso che si annunciò a me come un gran dubbio: forse apprezzava la mia figura, forse chissà quale pensiero in lei era passato, forse rideva nel vedere la mia timidezza a fronte del suo sguardo o forse fu solo garbata cortesia. Ad ogni modo non persi tempo e decisi allora di passare all’attacco, avevo i minuti contati, in ogni momento poteva alzarsi ed andar via per sempre. Entrai nel bar e chiesi un altro aperitivo, dicendo esplicitamente di consegnarlo direttamente al tavolo della signora con i miei omaggi, uscii dal bar e restai lì ad attendere prima di fare il primo sorseggio. Poco dopo ritornò il cameriere con l’aperitivo da me offerto e lo portò al tavolo della bella donna. Appena ricevette il bicchiere mi guardò immediatamente e mi ringraziò. Non persi tempo e le chiesi se volesse unirsi al mio tavolo a consumare la bevanda. La sua risposta fu come la lama di un coltello: <
Passai tutta la settimana aspettando quel agoniato e sospirato sabato che mai arrivava. Finalmente la settimana passò e giunse sabato mattina. Mi preparai di tutto punto e scesi in piazza circa alla stessa ora della volta precedente. Feci un giro per vedere se lei c’era ma niente da fare. Girai per tutta la piazza e quelle limitrofi nella speranza di vederla davanti a qualche negozio o chissà in quale luogo. Un po’ triste tornai al solito bar, mi sedetti e chiesi io un caffé questa volta. Il cameriere mi riconobbe subito e mi fece un sorriso, aveva già capito tutto ed io senza preoccuparmi di questo chiesi se quella mattina aveva visto la donna dello scorso sabato, egli purtroppo mi rispose con un no ma che comunque era una cliente che spesso andava lì. Restai per un po’, non si presentò nessuno, ero già al secondo caffé ed ormai avevo perso ogni speranza. Ero pronto per andarmene quando la vidi improvvisamente spuntare dal centro della piazza, era impossibile non notarla, il suo portamento, la femminilità, l’inconfondibile stile. Si sedette immediatamente affianco a me ed ordinammo il solito aperitivo. Le chiacchiere tra noi continuarono da dove si erano interrotte ed avemmo modo di approfondire meglio le nostre personalità. Mi parlò di suo marito che era dirigente d’azienda, molto impegnato per questo con il suo lavoro, che era però un uomo tutto di un pezzo e molto geloso. La conversazione durò per una buona mezz’ora e poi si fece ancora l’ora di pranzo e così come la volta precedente procedemmo verso la solita piazza. A quel punto lei mi guardò e mi disse: <<è ancora valida la proposta di accompagnarmi a casa?>>. Non aspettavo altro, ma risposi: << non hai paura che ci veda tuo marito, visto che ora so che è così geloso???>>, adesso gli davo del tu. << come ti dicevo, mio marito è molto impegnato con il lavoro, questa settimana è fuori regione!>>. M’illuminai subito, ma cercai di mantenere la calma: << e quando torna se lecito saperlo?>>. <<è partito mercoledì e torna domani sera>>. Senza alcun indugio l’accompagnai a casa e durante la passeggiata cercai d’approfondire meglio la situazione. Mi raccontava che suo marito qualche volta stava fuori per motivi di lavoro e così si trovava a casa da sola, lei in ogni caso lavorava, ma alla sera non c’era nessuno a farle compagnia. Quelle parole mi apparvero subito come uno squisito invito al quale non potevo assolutamente rinunciare, l’avevo desiderata fin dal primo momento ed ora la vedevo mia anche se solo per una notte o chissà… Arrivati al portone di casa ci salutammo, prima di andarmene però feci la mia proposta: <
Per tutto il pomeriggio non feci altro che pensare alla sera, mi rifeci la barba, un bel bagno e mille preparativi per l’incontro. All’imbrunire non tardai a chiamarla e ricevetti conferma che mi aspettava per la 21.00 a casa sua. Dopo cena, presi l’auto e di gran corsa mi recai in centro, con passo veloce raggiunsi quel porticato che tanto avevo desiderato attraversare. Suonai il campanello e subito lei m’aprì invitandomi a salire, feci due piani di scale ed attraversai in sordina l’uscio della porta. Mi si presentò una visione paradisiaca, stava lì, davanti a me, capelli sciolti e con un bellissimo vestito ben scollato che metteva in mostra il suo bel seno, scendeva giù ad accarezzare e poggiarsi sulle sinuose curve dei fianchi. Emozionato accettai il suo invito a sedermi, lei mi dava le spalle, mentre preparava il caffé e così io potevo ammirare il suo bel fondoschiena così ben esaltato da quel vestito, i miei occhi non avevano limite l’avevano già più volte spogliata, ma questa volta meglio ancora. Fremevo, non sapevo più trattenermi dall’eccitazione che saliva senza conoscere più freno. Si sedette accanto a me sul divano di pelle avorio, frettolosamente consumammo il caffé ancora caldo tra qualche parola quasi senza senso che facevano parte del teatro delle normali usanze d’accoglienza. Appena posata la tazzina, lei continuava a parlare, era ovvio che il primo passo toccasse a me e non feci trascorrere altro inutile tempo, m’avvicinai con il viso, le presi il volto con le mani ed iniziai a baciarla. Rotto il ghiaccio ogni cosa andò per il sospirato verso, la invitai ad alzarsi, lei m’accompagnò verso la sua camera. Stava in piedi ed io pian piano gli sfilai le spalline del vestito facendolo scendere morbidamente in basso fino ai fianchi, inginocchiandomi lo feci scender ancor più per le cosce e voilà volò sopra la sedia. Distesa nel letto iniziammo un lungo bacio pieno di passione, proprio di quelli che ti rubano l’anima e ti spogliano d’ogni veste e contegno. Le mie mani accarezzavano delicatamente ogni parte del suo corpo, prendendo qualche volta con fermezza il suo turgido seno, scendevo allora pian piano verso il bel ventre e poi giù tra le cosce, fino a passare sotto con presa sempre più decisa stringevano quelle sode ed armoniose natiche. Aveva un culo magnifico, non avevo mai visto nulla di così bello, perfetto. Il suo profumo m’inebriava, si confondevano fragranze spezziate ed odori che si facevano sempre più intensi e che uscivano dal suo corpo ed ancora più intensi dalle parti intime. Continuavamo a baciarci con sempre più veemenza, i nostri due corpi divenivano sempre più un corpo unico e le mie mani la toccavano sempre più affamate, la palpavo in ogni sua parte, il mio desiderio non aveva più limite, eravamo rimasti entrambi nudi e la mia imponente erezione era ben visibile oltre che palpabile.
Non ce la facevo più, ero completamente in delirio e così la mia bocca iniziò a baciarla da prima al collo, poi mi ciucciai le sue belle orecchie sentendola ansimare di piacere e poi scesi sulle braccia, non volevo perdere un millimetro della sua pelle, la leccai anche sulle ascelle. Di passo in passo arrivai ai suoi bei seni, aveva una terza circa ma senza alcun segno d’invecchiamento, erano sodi come quelli di una ragazza, i capezzoli turgidi e bruni e molto pronunciati, me li leccai a lungo ed a tratti li mordicchiavo e palpeggiavo. Scesi nel suo ventre, avevo fretta d’affondare il mio viso tra le sue cosce ma cercavo di resistere il più possibile e così facevo un passo alla volta. Il suo corpo iniziava a dimenarsi e sentivo il suo desiderio salire, dal basso ventre salivano gli odori del suo sesso e con gli occhi di tanto in tanto l’ammiravo. Ero tra le cosce ma volevo farla morire di desiderio, dovevamo impazzire entrambi prima di godere e mi limitai a leccarle il linguine e poi giù per le cosce ed i polpacci fino ai piedi. Era tutta mia, solo mia e quel corpo statuario mi spingeva a pensare d’essere in paradiso e non volevo più lasciarlo. Baciai e leccai entrambi i piedi, dito per dito, mentre lei appariva sempre più desiderosa d’esser presa fino in fondo ma questo gioco le piaceva tanto, era una donna di classe e meritava d’esser trattata con i guanti. La girai a pancia in giù e ripresi con la mia bocca a risalire il suo corpo al contrario questa volta, dai piedi su fino ai polpacci e le cosce. Ero lì davanti a quel meraviglioso culo, sodo, rotondo e carnoso, era la giusta via di mezzo tra uno piccolo e magro ed uno grande, non ce la facevo più lo volevo tutto per me ma resistetti ancora, lo palpai prima morbidamente e poi con forti strette che le procuravano qualche gridolino di piacere e desiderio. Salì per la schiena leccandola tutta fino al collo e mordendo un po’ più forte questa volta le spalle come un vampiro assetato di lei, delle sue carni. Ero seduto sopra al suo culo con le mie palle che strofinavano sui suoi glutei, il mio cazzo perennemente eretto e così mentre continuavo a leccargli il collo lo piegai appoggiandolo alla sua figa. Lei era in estasi, lo desiderava e sentiva questo bastone durissimo che a fatica lo avevo piegato indietro e che spingeva sulle sue labbra. Accennavo a qualche spinta e così non si fece mancare la sua voce piena di voglia e desiderio: <
Mi alzai verso di lei e vidi nei suoi occhi l’appagamento ed apprezzamento per il piacere che le avevo dato ma io ero pieno di voglia, da troppo attendevo una sua attenzione che presto arrivò. M’invitò ad distendermi ed inizio anch’essa a leccarmi su tutto il corpo, molto più frettolosamente di quanto avessi fatto io ma in ogni caso era piacevolissimo. A mia sorpresa mi mise di pancia e dedicò la sua lingua al mio buco del culo, era molto piacevole, nessuna donna prima di oggi lo aveva fatto. Lo leccava con molta maestria di chi lo fa abitualmente e qualche volta le scivolava un timido dito che però con le unghie mi dava dolore e fastidio. Riprese a leccare per bene lo scroto mentre sentivo il cazzo sempre più duro, mi fece cenno d’alzare il bacino e prese il mio cazzo piegandolo indietro a gran fatica, facendomi ridistendere. Mi voleva far morire di piacere e desiderio ma era così bella che stetti al gioco, in quella posizione mi leccò il cazzo per tutta la sua lunghezza, dalle palle fino alla cappella e poi dava dei colpi improvvisi di lingua al filetto, cosa che mi faceva pulsare la cappella ed aumentava il desiderio. Mi invitò a girarmi a pancia in su e mi fece un pompino stupendo era bravissima, lo metteva in bocca tutto con grande delicatezza accompagnando il movimento con la mano, si leccava la cappella con grande tecnica. <
Dopo esserci rinfres**ti e puliti dagli odori del sesso, ci distendemmo nudi in pieno relax sul letto guardando il soffitto e scambiando qualche chiacchiera direi superflua ma che era distensiva e comunque piacevole. Non passò molto tempo che tra una parola e l’altra la mia mano scivolò nuovamente sul suo bel corpo, ne ero così attratto che non mi sarei mai staccato da lei. Mentre si parlava la donna che avevo conosciuto durante l’amplesso, così spregiudicata e maiala, considerando che era la nostra prima volta, scomparve lasciando nuovamente posto a quella più dolce, composta ed elegante che avevo conosciuto la settimana prima al bar. Anche lei non si tirò indietro a qualche palpeggio e scambio di coccole e qualche bacio sulle labbra che interrompeva continuamente i nostri discorsi. Una carezza tira l’altra e la mia mano era nuovamente tra le sue cosce, la sue patata già dava i primi segni di umidità ed il mio cazzo già si prestava alla prossima ed imminente erezione. L’unica cosa che interruppe questo Eden fu il suo girarsi per prendere il cellulare, compose un veloce sms e poi tornammo nel nostro mondo. I baci si facevano più frequenti fintanto che divennero un bacio sempre più appassionato, un vortice di incrociarsi di lingue e labbra. Le mie mani tornarono a toccarla ovunque ed anche le sue. Prima che io potessi prendere in mano la situazione, fu lei che all’improvviso mi distese a pancia in giù ed iniziò a leccarmi per tutta la schiena fino a quando giunse tra le mie natiche. Come se le parti si fossero invertite, sembravo io la donna e lei l’uomo; con grande passione ed esperienza iniziò a leccarmi il culo, la sua lingua si muoveva in modo circolare sul mio orifizio e spesso sentivo che spingeva con il tentativo di entrarvi: <
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Nel dire queste parole piano piano si era avvicinata a suo marito ma lui con un gesto di rabbia la prese e la lanciò nel letto:
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Appena vidi la scena ero pronto ad intervenire ma riuscii a stare fermo per non peggiorare le cose, volevo evitare in tutti i modi uno scontro con lui. Sembrava un cavallo impazzito che scalpitava e dopo un po’ che andò su e giù con la testa bassa esordì spiazzandonci:
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Da lì prese ed iniziò a spogliarsi, si tolse tutto e rimase completamente nudo mostrando un cazzo veramente notevole, confermando inoltre la sua prestanza fisica. Si avvicinò al letto e rimanendo in piedi con le braccia ai fianchi come un generale mi guardo fisso e severo:
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Quelle parole mi freddarono, tutto mi aspettavo ma non di certo questo, cosa fare? Se avessi rifiutato si sarebbe nuovamente scaldato, decisi di assecondarlo>> Così mi inginocchiai a lui e iniziai a leccargli la cappella con molta reticenza, mi faceva schifo succhiare un cazzo. Appena però iniziai mi prese con forza la testa e la porto verso di lui:
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Con forza mi prendeva la testa, su e giù, mentre si stava sempre più ingrossando, la sua cappella mi batteva sempre più in gola ed avevo sforzi di vomito e lacrime agli occhi.
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Poi rivolgendosi alla moglie:
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E così anche Monica si mise affianco a me ed insieme a me iniziò a leccargli l’asta. Non contento continuò:
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Ero praticamente impotente dovevo ubbidire ad un perverso e fare cose che mai avrei pensato e voluto. Con grande riluttanza mentre Monica lo succhiava abilmente io feci quel che mi ordinò. Mi presi le sue palle in bocca, poi leccavo lo scroto ed infine arrivai al suo buco, di certo era ben diverso di quello di Monica, solo il pensiero mi dava la nausea ma tra quello e rischiare una strage era sicuramente meglio così.
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Dopo un po’ che lo leccavamo ci tolse:
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Mi spostai, Monica si mise a pecora e lui dietro senza tanto girarci attorno sputò nel culo della moglie, e glielo sbattè dentro tutto su un colpo. Vidi Monica fare un sussulto tremendo mentre lui le prese con gran forza le chiappe ed iniziò una monta forsennata. Sembrava veramente un toro da monta, la sbatteva con una forza inaudita ed ogni volta lo tirava fuori tutto così da farle sentire tutta la lunghezza del suo cazzo. Mentre la montava lei gemeva, non capivo se di piacere o dolore, lui anche e poi iniziò a darle dei fortissimi schiaffi sul culo.
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Mentre le diceva così continuava a darle degli schiaffi tremendi, Monica aveva il culo rosso. Poi sfilò il cazzo tenendo le chiappe aperte e si rivolse a me:
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Succhiai nuovamente il suo cazzo deliziandomi in parte dei gusti di Monica, poi lui mi fece vedere come si era dilatato il buco di sua moglie:
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Fu così che affondò tutta la sua lingua dentro a culo della moglie e poi riprese a montarla come un pazzo. Dopo un po’ mentre ero i disparte, si fermò e la invitò a distendersi a pancia in giù, piegò e divaricò le gambe:
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Questo già mi piaceva di più anche se la situazione era così assurda per me che non mi ero mai eccitato in tutto questo, anzi, ero nervosissimo. Presi così le leccare Monica ma non era come prima quando eravamo soli, era una forzatura e non mi divertivo, lei invece provava un gran piacere mentre la leccavo. Ad un tratto sentì la presenza del marito alle spalle, mi prese le chiappe e sputò anche al mio buco. A quel punto sentii la sua cappella puntare sul mio culo e d’istinto mi girai:
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E lui risposte:
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Fu così che la stessa sorte della moglie toccò a me con la differenza che lei era abituata, io ero vergine e di certo non era la miglior situazione per perderla. Senza un minimo di preparazione spinse dentro di me il suo fallo e senza tanti complimenti iniziò a sbattermi forte come aveva fatto prima con Monica. Appena entrato mollai un urlo di dolore e lui con la mano mi invitava a tenere la testa sulla figa di Monica. Anche dopo che era dentro il dolore non diminuiva anzi, era lancinante e non provavo alcun piacere, anzi, solo rabbia perché avrei voluto togliermi e tirare un pugno a quel bastardo. Mi scopava e schiaffeggiava fortissimo, dopo un po’ arrivò il momento che attesi come fine a questo suplizio:
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Si svuotò completamente dentro di me, sentivo tutto il suo sperma dentro al mio culo e gli ultimi colpi erano di una forza inaudita, mentre lui veniva, anche Monica era arrivata al suo orgasmo. Il solo che non provò il minimo piacere fui io che mi sentivo tutto sporco e volevo solo andarmene da quel luogo.
Subito dopo esser venuto lo sfilò che era ancora semieretto mi guardo con aria meno severa e più appagata ma comunque non amichevole.
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Mi liquidò con due parole, mi vestii e sentivo il suo sperma colare sulle mie mutande. Non dissi nulla, feci il prima possibile, non volevo nemmeno io trattenermi un minuto il più. Monica mi accompagnò alla porta, mi diede un bacio sulle labbra e con un sorriso malizioso mi congedò.
Arrivai a casa e nonostante la doccia mi sentivo ancora sporco, il culo mi bruciava tremendamente e c’era ancora il suo liquido che scendeva. Il sorriso però di Monica mi aveva destato sospetti e nel contempo mi metteva ansia ma cercai di dimenticare ogni cosa. Qualche giorno dopo però arrivò un suo sms dove scrisse: <
Quel messaggio mi riportò ancora a quella notte, erano passati giorni ed ancora avevo un gran bruciore. Quando lo lessi mi crollò letteralmente il mondo addosso, ora avevo compreso il suo malizioso sorriso, ero caduto in una trappola, ero stato vittima di un perverso gioco di coppia organizzato perfettamente ed io ero il pesce preso all’amo. Quella che prima era una donna, gentile, sensuale, quasi un angelo di dolcezza si era completamente smaterializzata ed aveva lasciato posto ad una figura ambigua, quasi perversa, il contrario di quello che avevo nella mia mente e che tanto mi aveva rapito. Ora capivo perché ad un certo punto aveva inviato un sms e perché si era così tanto dedicata a leccarmi il culo ed infilarci le dita. Era tutto programmato e pianificato fino alla fine, ero stato messo in una condizione nella quale sapevano che non avrei potuto rifiutare, a tutti gli effetti è stato uno stupro comunque consensuale perché ad esso non mi sono opposto.
Cercai di cancellare dalla mia mente ogni ricordo di lei e di quella notte. Qualche tempo dopo sempre un sabato passai per la piazza e la rividi, i nostri sguardi s’incrociarono, il mio però questa volta non era amichevole mentre lei rifece quel sorriso malizioso e mi strizzò l’occhio. Evitai ogni contatto e proseguì per la mia strada mentre Monica tornò a sederti al solito bar dove ci eravamo conosciuti e dove per un po’ mi fece sognare e dove passai dal paradiso all’inferno in poche ore. Forse stava andando a caccia di nuove prede…