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Tre giorni con Lidia (esperienza reale comprovata
Questo non è un racconto di fantasia, ma la cronistoria esatta e fedele di tre giorni passati con la mia nuova amica Lidia.
Ci siamo conosciute più o meno casualmente circa un mese fa in rete e nelle lunghe e frequenti chat abbiamo trovato molti interessi comuni, nonchè molto feeling.
Lidia è una schiava amante in particolare del bondage estremo, inflitto per lunghi periodi e stava cercando una persona in grado di soddisfare i suoi desideri.
Io ero da poco diventata schiava di Padron Leo, dopo una vita da mistress avevo già iniziato a pregustare il nuovo ruolo con le prime esperienza dal mio padrone e le mie compagne di slavery.
Speravo di non dover più indossare i panni di dominatrice perchè è un’attività impegnativa e non sempre mi dava soddisfazione, soprattutto ultimamente, ma visto il suo entusiasmo e determinazione non ho saputo negarmi per un’ultima volta.
Ho spiegato tutto a Padron Leo che mi ha autorizzata, anzi, ordinato di procedere con Lidia.
Ci siamo accordate almeno un mese prima dell’incontro in modo da pianificare tutti i dettagli, Lidia abita molto lontano e sarebbe stato un peccato organizzare un incontro frettoloso e superficiale.
Lei mi ha raccontato i suoi desideri nei minimi dettagli, abbiamo stabilito insieme cosa ci sarebbe servito per realizzarli ed abbiamo provveduto a dotarci delle attrezzature, accessori ed abbigliamento necessari.
Anche lei, come me, ha una notevole manualità ed si è costruita di persona diversi giocattoli e ordinato in rete altro materiale.
Arriva da me una sera alle ore 20, già parzialmente vestita, indossa una CB in plastica già da 6 ore e non intende toglierla. Si è portata diverse valigie e borsoni con abbigliamento ricercato nonchè di una serie completa di attrezzature da bondage.
Dopo le presentazioni di rito la faccio accomodare nel dungeon sotterraneo preparato apposta per lei.
E’ uno spazio di circa 30 mq delimitato da tende e contiene un letto matrimoniale, una gabbia metallica ricavata da un container, una poltrona da ginecologo e ci sono vari attacchi per le catene fissati a pareti e pavimento, i servizi igienici sono forniti da un wc portatile.Le finestre sono state oscurate dalla luce esterna, sarà la sua “capsula abitativa” per le prossime tre notti. Ci siamo vestite insieme e poi l’ho aiutata a truccarsi.Il risultato è strabiliante, ora è una stupenda femmina dal viso estremamente dolce e femminile.
Come prima cosa le ho fissato il collare d’acciaio lucchettato con un catena da 4 metri, che la vincolerà nel suo giaciglio.Abbiamo giocato allegramente per alcune ore, poi l’ho lasciata riposare per la notte. Ha continuato a portare la CB, che comunque le permette di fare pipì senza problemi. Approfitto per fare una serie di foto ricordo con la mia nuova fotocamera dotata di connessione wireless, ottima per i selfie.
La mattina le concedo qualche ora libera per farsi una doccia, depilarsi e provare a truccarsi da sola come le avevo insegnato la sera prima. Alle 10 la aspetta la prima session, sarà chiusa in una gabbia metallica e completamente immobilizzata.
Dalle foto pubblicate nella gallery possiamo notare i particolari: le cavigliere legate con una corda, i polsi lucchettati alle sbarre, i gomiti trattenuti sul davanti, la ball gag fisssata alla gabbia sia davanti che dietro la testa, lo scroto impacchettato nella CB e legato alla panca in modo da non potersi alzare ed infine le pinzette autoserranti per i capezzoli tese sulle barre anteriori.
Non si vede ma c’è : un plug da 30 mm infilato in profondità nella “retrovagina”. L’ho lasciata al buio da sola per tutto il pomeriggio, salvo un controllo di sicurezza ogni tanto. Lidia non si è mai lamentata ma come previsto è riuscita a strapparsi le pinzette dai capezzoli.La gag la faceva sbavare e la saliva aveva inzuppato le calze.
Verso sera l’ho liberata e le ho portato da mangiare e bere, l’ho vista estremamente soddisfatta, avrebbe continuato volentieri fino a notte e aveva il clito in erezione dentro la CB. Dopo cena la volevo portare a fare una passeggiata, la sua prima uscita in pubblico in assoluto. Ovviamente la cosa doveva svolgersi nello stile particolare che caratterizzava il nostro incontro, dunque niente di “normale”.
Dopo averle fatto indossare corsetto, calze, minigonna e CB le ho bloccato le braccia dietro la schiena con le solite bardature ai polsi e ai gomiti. Sopra le ho infilato una maglia piuttosto larga nelle cui maniche ho infilato delle braccia posticce fatte in poliuretano espanso e gommapiuma con all’interno un’armatura snodata in filo d’acciaio, ricoperte infine da guanti lunghi in pelle nera. Le ho agganciate alle spalle con un’ apposita imbragatura e poi le ho infilato il cappotto.
L’apparenza era molto credibile, sembravano braccia normali, anche se purtroppo per Lidia inutilizzabili.
La sfiga ci ha messo lo zampino ed abbiamo trovato una nebbia micidiale che ci ha impedito, una volta arrivate, di fare delle foto decenti, ma qualcosa si vede, almeno per rendere l’idea.
Al ritorno Lidia ha voluto affrontare un’ulteriore prova, quella di essere impacchettata nel domopack e dormire in queste condizioni. L’unica zona libera era il naso e la bocca, che ho usato per farmi fare un bidet. Purtroppo ha resistito solo tre ore, poi mi ha svegliata chiedendomi di liberarla in quanto aveva i crampi e sudava copiosamente. La mattina successiva, dopo essersi lavata e rifocillata, Lidia era già pronta per la sua seconda session, davvero memorabile:
Alle ore 9 era già nella sua adorata gabbia agghindata come si vede nelle foto della gallery, nel dettaglio: Corsetto stretto all’inverosimile (per sua espressa richiesta) che le faceva una vita vespa, cintura di contenzione, guanti in pelle lunghi, copri guanti ciechi con anelli alle estremità, manette e bracciali per i gomiti, blocca gambe in cuoio, il tutto fissato con una decina di lucchetti alle sbarre della gabbia.
Respirava con brevi ansiti ma non ha voluto che le allentassi il corsetto, dicendo che c’era abituata.
Poi: maschera in lattice nero, gag in pelle borchiata con inserto cilindrico orale chiuso da un tappo e tappi auricolari per isolarla dal mondo esterno. La testa era sospesa tramite delle corde alla parte superiore della gabbia, la vita era legata al sedile e alla gabbia con delle corde, mentre le gambe erano trattenute all’indietro da altre corde e lucchetti. Il set era completato da un collare in perline (decorativo ma tremendo da indossare per lungo tempo) e da una coppia di morsetti da brico (di quelli che stringono!) installati sui capezzoli e collegati alle sbarre. Avrei preferito applicarle i morsetti meno aggressivi usati la sera prima, fissati con degli aghi passanti ma Lidia ha preferito evitarli per il rischio di lasciare segni visibili.
Indossava anche un plug anale, non visibile nelle foto e l’immancabile gabbietta di castità. Non poteva muoversi in nessuna direzione, spostare le gambe o braccia, ovviamente non poteva nemmeno parlare e sentiva pochissimo. Il plug su cui era seduta era alla fine entrato completamente all’interno.
L’ho lasciata così al buio per dodici lunghe ore, passando ogni tanto a controllare che tutto andasse bene.
Un paio di volte ha dovuto fare pipì attraverso la gabbietta, mentre le mettevo sotto una bottiglia di plastica tagliata a metà. Non ha potuto bere per tutto il giorno per il rischio di soffocamento dato dal bavaglio (che non voleva farsi togliere).
Solo alla sera alle 21 in punto l’ho liberata, felice dell’esperienza da guiness dei primati. Era assetata, dunque ho dovuto reidratarla secondo le disposizioni ricevute da Padron Leo, ovvero con la mia pipì. Non era particolarmente felice di farlo ma è riuscita a bere mezzo bicchiere, seguito poi da un’intera bottiglietta di minerale fresca.
Dopo essersi rifocillata, lavata, truccata e rivestita per la notte, Lidia ha avuto la sua prima vera esperienza sessuale. Abbiamo avuto un rapporto lesbico molto appagante per entrambe, ma come ho saputo solo il giorno dopo, Lidia fino a quella sera era vergine ed io ho avuto l’onore e il piacere essere stata la sua prima amante (dildi esclusi).
Volete sapere come Lidia ha passato l’ultima notte da me? Ovviamente incaprettata in un coreografico HOGTIE!