Scooter

Scooter
Succede che quando hai 18 anni e suona la campanella del liceo, tu non veda l’ora di tornare a casa e chiuderti in camera per lasciarti andare.

Alle volte però succede che ti siedi sul tuo piccolo scooter, lo accendi e subito senti le vibrazioni del piccolo motore. Ne rimani sorpresa, ma non gli dai troppo peso. Poi parti e sei costretta a rallentare, fermarti e ripartire in continuazione quando invece vorresti già essere arrivata nel letto per dare inizio al magnifico rito della masturbazione.
Invece ci sono gli altri studenti da far passare sulle strisce, le auto da evitare, i semafori da rispettare. E mentre lo fai senti le vibrazioni dell’asfalto e delle sue buche passare alle ruote, poi alla sella, le senti accarezzarti proprio al centro del tuo corpo proprio dove ne sentivi il bisogno. Poi un altro semaforo rosso che ti permette di piantare i piedi a terra e di premere il bacino verso il basso per sentire meglio la sella vibrante stuzzicarti le mutandine. E dai gas restando ferma perché ti piace, le vibrazioni ti percorrono e diventano scosse necessarie al tuo desiderio.
Vorresti essere già in casa per assecondare le richieste delle tue voglie, ma sei ancora troppo lontana, il verde diventa quasi un sollievo tra il rosso in cui pensi di toccarti e il rosso in cui lo fai per davvero. Ti passi fugacemente una mano all'interno della coscia come a volerla spazzolare, ma le dita conoscono il loro percorso e ti sfiorano con delicatezza il sottile tessuto delle muandine facendoti fermare per un attimo il cuore e per qualche attimo di più il respiro. Il calore della primavera ti inghiotte avvolgenti dal dentro. Lo senti estendersi dal bassoventre giù fino ai piedi e su fino al cervello passando per ogni millimetro del tuo corpo che senti esserne lusingato.
Riparti e rallenti per non poter superare quel furgone senza vetri e negli specchietti non vedi altri veicoli, così in pochi attimi capisci di poterti toccare ancora senza essere vista e lo fai perché non puoi farne a meno. La mano destra tiene il ritmo del furgone ruotando l’acceleratore, la mano sinistra scivola sotto il vestito e sfiora, carezza, sfrega e stuzzica il tuo taglio che ad ogni passata diventa più largo. Desiderio e piacere crescono insieme mentre lo scooter ti regala un massaggio che ti coccola e ti vizia senza sosta.
Inconsapevole delle tue dita la città resta indietro quando imbocchi la provinciale che a breve ti porterà nel paesino, nella tua casa, nella tua liberatoria solitudine. Viaggi lentamente per non rischiare di finire a terra e alterni con sorprendente precisione i momenti in cui puoi permetterti un tocco a quelli in cui rischi di essere vista. Arrivi dove la strada fa un bivio quando ormai le voglie sono talmente potenti da averti abbondantemente lubrificata. Da una parte la strada ti porta al tuo paesino, alla fine di quella pazzia e all’nizio del solito rito della masturbazione, dall’altra prosegue senza case e senza traffico per un lungo tratto dove potresti continuare a ricevere le vibrazioni dello scooter e le insane gesta delle punte delle dita. Sei assolutamente sicura che svolterai a destra per mettere la parola fine, invece giri a sinistra perché quello che ti sta succedendo è sì nuovo e strano, ma è anche bellissimo. Non ci sono case, non ci sono passanti e di auto ne vedi pochissime.
“Maledette mutande!” pronunci sorprendendoti di aver parlato quando ti rendi conto che vorresti raggiungere con più facilità i tuoi punti più caldi.
Una stradina sterrata appena visibile ti colpisce come se la stessi cercando, nessuna abitazione, nessuna auto in quel momento attorno a te. Con entrambe le mani sullo sterzo la imbocchi accogliendo con estremo piacere gli ultimi sobbalzi sconnessi del tuo scooter che affronta la terra sconnessa.
Quando spegni il motore ti rendi conto di quanto velocemente stia correndo il tuo cuore e di quanta fretta hai di controllare che nessuno ti possa vedere. La strada principale è visibile dietro di te, ma sufficientemente lontana. Smonti e abbandoni il casco e lo zaino tra le foglie, vorresti fare un rapido giro per controllare i dintorni, ma non hai più il tempo. Ora hai fretta. Ti sfili le mutandine rosa e osservi per un attimo le macchie di voglie che hai creato sul tessuto, le appendi all’acceleratore e finalmente riesci ad assecondare per intero i tuoi desideri toccando insistentemente tutti i millimetri della tua apertura. È bollente, bagnata, fremente di te stessa, ha voglia di te e tu hai una gran voglia di soddisfarla. Così ti siedi sulla sella aggrovigliando il vestitino in vita e ti osservi mentre le carezze diventano piccoli schiaffi, pizzichi il clitoride che trovi esageratamente gonfio e sensibile per le tue abitudini, ti penetri con facilità massaggiando nel contempo la capocchia turgida che invia violente scosse elettriche all’interno, ai capezzoli, alla testa. La masturbazione si fa vorace mentre non riesci e non vuoi controllare i sospiri quando diventano gemiti e i gemiti quando diventano urla. Chiudi gli occhi per ascoltare meglio il rumore di sciacquo che proviene dal rapido dentro e fuori di medio e anulare. Li lasci dentro per qualche tempo muovendo solo i polpastrelli su e giù per quel ritmico schiacciare che sai ti porterà a godere a breve. E così accade. Sulla strada un’auto suona il clacson, una volata di vento ti colpisce al momento giusto e tu vieni sulla sella senza avere più il controllo dei muscoli delle gambe che si tendono e si flettono insistentemente come per un terremoto. Ed è proprio un terremoto interno quando l’orgasmo ti coglie con così tanta violenza da farti espellere liquido dalla figa. Rimani a lungo ferma ad ascoltare le sensazioni di benessere che l’epicentro del corpo ti restituisce e ti doni le ultime carezze che ancora ti fanno gemere e contorcere. Sei in pace con te stessa e ti viene da sorridere per quando stai bene.
Qualche minuto dopo sei in piedi, stai pulendo la sella bagnata con le mutandine e decidi che puoi permetterti di non indossarle così sporche come sono, le infili nello zaino, monti in sella e riparti canticchiando.
Dopo meno di venti minuti sei a casa, sorridi agli specchio di camera tua e dai inizio al magnifico rito della masturbazione.

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