Le mie storie (80)

Le mie storie (80)
Senza neanche rendermene conto è arrivata Pasqua ed io non avevo organizzato assolutamente niente. I miei andavano da mio fratello a Roma, i parenti di Carmine erano un po’ sparsi dappertutto, e noi 2 non sapevamo cosa fare. Sabato mattina, mentre sorseggiavamo il caffè a letto, il mio bel compagno si gira e mi fa “e se la girassimo a sesso tutto il fine settimana?” Io gli chiedo in che senso, e lui mi risponde placidamente “scendo a fare la spesa al supermercato per tutto il weekend, torno e non usciamo fino a martedì!” Io credevo scherzasse, invece faceva sul serio, eppure l’attività fisica non ci manca assolutamente. Ho declinato l’invito anche perché se fosse stato bel tempo sarei voluta uscire, ho preso le tazzine, mi sono alzata per portarle in cucina, ho infilato 1 ciabatta, ho poggiato il ginocchio sulla poltrona per mettere l’ altra e mi sono ritrovata il suo dito medio tra le natiche che scendeva proprio in mezzo. Neanche il tempo di capire che mi ha piegata in avanti e dopo aver spostato lo slip, mi ha cominciato a scopare. Mi ha spostato i capelli di lato ed ha cominciato a baciarmi; non gli ho resistito neanche un secondo, anzi mi sono messa con tutte 2 le ginocchia sopra la poltrona e più lo prendevo dentro e più mi piaceva. Quando mi ha stretto per l’ultima volta tra le sue braccia ed è venuto nella mia micia, ho capito subito che sarebbe stata Pasqua dai 1000 risvolti.
“Quanto mi piace scoparti, all’improvviso, quando non te lo aspetti!” Così mi ha salutata mentre, dopo essermi ricomposta sono andata in cucina a posare quel che restava della colazione. Lui non lo sa, ma anche a me fa impazzire l’effetto sorpresa. Questo antipasto mi ha come dato l’energia per organizzare la festività; così, dopo avergli fatto 1 lista di possibili amici/amiche con le quali passare il sabato sera e soprattutto il pranzo pasquale, mi sono messa in movimento e lui carino come sempre si è offerto di accompagnarmi al supermercato. Per premiare questa sua iniziativa, gli ha concesso di “vestirmi” a modo suo. Ogni tanto, facciamo questo gioco, ed io, sapendo che lui è piuttosto maiale, do sfogo alle sue perversioni facendo scegliere a lui l’abbigliamento da mettere, in modo da uscire anche io un poco dalla solita quotidianità.
Subito compiaciuto dal mio “regalo”, ha aperto il mio armadio e dopo aver guardato un po’, ha tirato fuori una minigonna jeans (per fortuna non troppo mini), un pullover piuttosto largo con uno spacco nel mezzo e come intimo, autoreggenti, ed un completino perizoma e reggiseno bianchi trasparenti. Appena vestita mi sono subito resa conto che, nonostante la gonna non fosse particolarmente corta, non è che ci volesse granché a farla salire quel tanto per mostrare le autoreggenti. Ed io so che lui ama scorgere il bordino della calza, soprattutto quando siamo in pubblico. Dopo aver fatto la spesa, ci siamo resi conto che era uscita una giornata di sole inaspettata; così dopo avergli visto fare una telefonata, mi ha comunicato che aveva prenotato un ristorante dalle parti di Bacoli. Neanche mezz’ora ed eravamo a mare. Il ristorante era piuttosto pieno e noi avevamo il tavolo proprio sulla spiaggia anche se, essendo arrivati in anticipo, avremmo dovuto aspettare una ventina di minuti. Così abbiamo cominciato a camminare sulla spiaggia, fino ad una barca capovolta. Io, che avevo portato il telo da mare, dopo averlo appoggiato a terra, mi sono seduta appoggiandomi con la schiena allo scafo, lui mi faceva delle foto. Non so neanche io come mi sia venuto, ma ad un certo punto l’ho guardato, ho piegato le gambe e le ho allargate quel tanto per mettere in vista il perizoma; appena lui se ne è accorto, mi ha detto di toglierlo ed io senza nessun problema l’ho accontentato. Dopo qualche secondo aveva il viso tra le mie cosce e la lingua nella mia fica. Dietro la barca sentivamo le urla delle persone, e questo ci eccitava ancora di più. Dopo avermi fatto venire anche con l’aiuto delle dita, si è aperto il pantalone e me lo ha messo in bocca, facendomi sentire quanto glielo avevo fatto venire duro. Mentre lo succhiavo, mi ha sollevato la gonna da dietro lasciandomi il culo in balia di una leggera brezza che non ha fatto altro che farmi eccitare nuovamente. Un ultimo sospiro di piacere ed il suo uccello si lasciava andare come sempre… Il tempo di coprire di sabbia le testimonianze del nostro amore, e mentre tornavamo verso il ristorante, mi sono resa conto di non avere l’intimo sotto la gonna. Ho detto a Carmine di avviarsi, ed io sono tornata sul luogo del delitto; c’era un signore anziano che appena mi ha vista, sorridente si è chinato e l’ha raccolta, sporca di sabbia (e non solo). “Signorí, è a vostra?” Io sono diventata viola come un peperone, ho allungato la mano, ho fatto un cenno d’assenso e dopo averla presa me ne sono scappata al ristorante. Il mio lui intanto aveva già cominciato a spiluccare qualcosina ed intelligentemente aveva già ordinato (anche per me). Gli ho raccontato l’accaduto e naturalmente sono stata apostrofata come maiala (naturalmente in senso scherzoso). Dopo essersi sincearato (guardando furtivamente sotto il tavolo) che ero ancora con la fica all’aria, abbiamo finalmente iniziato a mangiare. E qui esce fuori il maiale che è in lui, nel senso che ama il cibo “mischiato” con i miei umori; a casa naturalmente lo accontento facilmente, ma lui certe volte lo chiede anche al ristorante… Così mi porge una cozza nel suo guscio aperto ed io dopo essermi guardata bene intorno, la infilo dentro bagnandola ancor più di quanto già lo sia di suo. Dopo la parentesi a luci rosse, con la cerniera della gonna aperta fino a metà, abbiamo continuato a mangiare ed io ogni tanto sentivo la sua mano trovare rifugio tra le mie cosce. Bevuto il caffè sto per alzarmi quando Carmine con un’occhiata fulminea mi fa rendere conto che, senza rendermene conto, la cerniera si è aperta molto oltre il livello di guardia lasciandomi praticamente con la patata di fuori. Uno sguardo in basso e fortunatamente riesco ad aggiustarmi in tempo. Il mio uomo scuote la testa ridendo, io maledico lui e le sue zozzerie. In macchina mi chiedo se qualcuno abbia visto le mie disavventure, Carmine mi tira su dicendo che se anche fosse successo sarebbe stato un bel vedere, mentre lo ringrazio mi accorgo che invece di prendere la tangenziale, si infila diritto in una stradina poco battuta. Dopo neanche 1 km accosta l’auto vicino ad un albero, io guardo dietro e capisco che siamo nella solitudine più assoluta. Ci guardiamo un attimo e le nostre labbra si incollano. Mi salta letteralmente addosso, abbassa lo schienale e dopo avermi allargata la coscia sinistra, me lo mette dentro. La posizione non è delle più comode, non sono piúi una ragazzina, d’altra parte anche lui sembra soffrire il peso dell’età. Dopo un po’ si alza, apre la portiera dell’auto, esce e dopo aver fatto uscire anche me e fatta appoggiare al finestrino aperto, riprende a scoparmi di spalle. Le mie tettone spenzolano all’interno della macchina, dondolando ad ogni suo colpo, fin quando mi viene dentro finalmente. Eravamo all’aria aperta tutti due praticamente nudi, e mentre ci stavamo rivestendo, abbiamo rimpianto il comodo lettone di camera mia. Tornati a casa, dovremmo prepararci per uscire con un gruppo di amici che avevano prenotato al ristorante, ma la stanchezza mista alla comodità del materasso, ci fa trovare una scusa per rimanere in casa. Serata classica con cenetta e dopo scopata rilassante.
Mi sveglio che sono le nove passate ed il mio lui appeoggia sul materasso un tavolinetto con la colazione con tanto di uova di cioccolata. È Pasqua, sono a letto rilassata, e, tranne un appuntamento da confermare per pranzo non devo dare conto a nessuno della mia mattinata. Mentre sorseggio il caffè mi soffermo a guardare i contorni del volto di Carmine; quel capello nero leggermente brizzolato e quel sorriso che mi fa letteralmente sciogliere. Mentre si aggiusta sul letto, dalla patta del suo pigiama intravedo parte del suo membro e tutto d’un tratto mi viene una voglia pazza di sentirlo mio. Allungo la mano furtiva, la infilo nel buco del pantalone e lo prendo in mano. Lui mi guarda e sorride, io allora comincio a muovere su e giù per poi tirarglielo fuori, all’aria aperta. Con una mano inpugno il suo cazzo, con l’altra giro la tazzina per raccogliere le ultime gocce di caffè. Un ultimo sorso, una pulita alle labbra e mi piego su di lui per prenderlo in bocca. Mentre gli faccio il bocchino, lui si mette più comodo e mi prende una tettona dal basso come volesse mungermi. Dopo averlo sentito ben bene in bocca, mi alzo e mi metto sopra di lui. Lo faccio arrivare sempre più dentro, sempre più in fondo, mi piace vedere sul suo volto l’eccitazione ed il godimento; lui accompagna i miei movimenti con le mani sotto il mio sedere. All’improvviso si alza, mi dice di girarmi e dopo avermi bagnato il buco del culo con due dita, lo infila dietro senza darmi neanche il tempo di sentire quel piccolo dolore che mi autorizza a mandarlo a quel paese. Mentre godo, gli chiedo come mai questa iniziativa estemporanea, mi risponde ansimando che è un modo per darmi la buona Pasqua. Questo dialogo surreale termina quando lo sento venire sulla mia schiena e poi pulirsi la cappella facendo disegni astratti sulle natiche. Mi ricompongo un po’ e decido di aprire una delle uova che mi sono state regalate… Da dove esce il classico portachiavi. Ci vestiamo, dopo vari conciliabili decidiamo di andare a casa di amici a festeggiare la Pasqua. Dopo aver pranzato e giocato insieme a loro fino alla sera, verso le nove siamo di nuovo da me. Sono stanca, chiedo a Carmine di sbottonarmi da dietro la camicetta nuova che avevo inaugurato per la festività… Al quinto bottone (o quarto non so), sento la sua mano insinuarsi all’interno fino al mio capezzolo. Lo prende tra le dita, lo schiaccia un po’, mi abbraccia con l’altra mano, con la lingua gioca con il mio lobo sinistro… Io mi sollevo la gonna di cotone, mi struscio un po’ contro di lui, gli abbasso la cerniera, lo tiro fuori e dopo essermi sollevata sulle punte mentre contemporaneamente lui si abbassa, sposto l’elastico del perizoma e me lo rimetto dentro fin quando poi comincia a spingere. Siamo in piedi, tremo dal piacere, mi appoggio con una mano al muro, lui mi schiaccia verso la parete, poi finisce di sbottonare la camicetta e me la sfila. Mi giro, mi aggrappo a lui e nonostante il comodo materasso della mia stanza sia a solo mezzo metro da noi, continuiamo a farlo nella stessa posizione. Lui aiuta i movimenti del suo cazzo sollevando le mie cosce con le mani da sotto, mentre io gli faccio un succhiotto sul collo. Mi viene dentro, mi riempie come al solito, quando toglie l’uccello dalla mia fica, parte del suo seme cade per terra. Vado in bagno a lavarmi… La nottata sarà interessante… Ma Pasquetta lo sarà ancora di più… (Continua)

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