Il mio amico Massimo
Massimo, il mio compagno di squadra, sborra davvero come un cavallo.
Giochiamo insieme nella stessa squadra di pallacanestro e ci è capitato diverse volte di uscire con un paio di ragazze e di farci delle belle orgette a quattro.
Dato che siamo due bei ragazzi, purtroppo sempre squattrinati, ci capita anche spesso di rimorchiare qualche tardona che, stanca del cazzo moscio del marito, gradisce parecchio farselo mettere dappertutto da due giovanotti ben dotati e sempre arrapati.
Massimo ne conosce parecchie di queste quarantenni in calore, e alcune sono delle vere maiale con le quali passiamo dei pomeriggi davvero divertenti.
Il mio amico, che a basket non vale un gran che, con le donne è un vero portento con quel suo cazzo enorme sempre in tiro e quei due coglioni, grossi come uova, che rilasciano quantità impressionanti di sborra.
Qualche volta, lo confesso, ci siamo divertiti anche noi due senza donne. Dei giochetti innocenti, tra amici, tanto per scaricarci le palle quando proprio non ce la facciamo più a trattenere la voglia di godere.
Gli spogliatoi della palestra fanno schifo, per cui, dopo le partite, corriamo a casa sua, che è vicinissima, a fare la doccia.
Spesso la facciamo insieme ed è venuto del tutto naturale che ci toccassimo un po’ e che, alla fine, ci sparassimo reciprocamente qualche sega.
Come ho già detto siamo entrambi due bei ragazzi e, nella foga della sega, abbiamo anche preso a baciarci. A dire il vero è stato lui a cominciare, una volta in cui era più arrapato del solito. All’inizio io non volevo, poi mi sono accorto che la sua lingua in bocca non mi faceva poi così schifo, e in breve ci siamo baciati in bocca lisciandoci le mazze fino a quando non abbiamo sborrato.
Devo dire che è stato molto bello sentire la sua lingua frugare nella mia bocca mentre io maneggiavo il suo enorme cazzo e lui maneggiava il mio, e devo anche dire che quella volta l’ho fatto sborrare in una maniera impressionante. Fortuna che eravamo nella doccia perché lui ha fatto davvero un casino con quegli schizzi lunghissimi che volavano dappertutto.
A volte ci vediamo anche di sera e se non riusciamo a rimediare qualche figa andiamo a casa sua, che è quasi sempre libera.
I suoi escono spesso e tornano tardi, così abbiamo sempre qualche ora a disposizione per guardarci dei filmetti porno, e quando ci siamo eccitati al punto giusto io gli infilo una mano nella patta e gli estraggo la mazza mentre lui mi bacia in bocca e mi lecca il viso, il collo e le orecchie.
Dice che so di buono e d’altronde a me piace farmi leccare mentre gli scappello quel cazzo enorme e gli palpeggio i coglioni, che sono sempre duri e belli gonfi.
Ogni tanto, per farlo godere di più gli apro anche la camicia e gli lecco i capezzoli fino a quando non mi annuncia che sta per godere.
Continua, mi dice infilandomi una mano nei calzoni, continua a leccare e a menarmi la mazza che io ci sono quasi. Fammi fare una bella sborrata, da bravo, che poi ti ricambio il favore.
E io ce la metto tutta a leccargli i capezzoli come piace a lui e a far scorrere la mano sul suo bastone nodoso e mi lascio abbassare i calzoni per farmi palpare il culo dalle sue manone da giocatore di basket.
Certe volte lo faccio arrapare talmente tanto che lui cerca di spingere la mia testa verso il basso sperando che io glielo prenda in bocca e in un paio di occasioni, lo confesso, ero talmente arrapato anch’io che qualche leccata alla cappella gliel’ho data.
In fondo, ho pensato, non c’è niente di male se tra amici ci si da un po’ di piacere. E poi devo dire che leccare quella popò di cappella, rossa, gonfia e umida è stato tutt’altro che spiacevole.
Leccala, bravo, leccala tutta, mi diceva mentre le sue mani stringevano le mie chiappe, passaci sopra la lingua e lecca i contorni. Continua così, bravo, che mi stai facendo godere più di una donna.
Una volta quello più arrapato ero io e senza che lui mi chiedesse nulla gli aprii la patta, mi inginocchiai a terra e gli leccai la cappella fin quando non lo feci godere.
Se continui così mi farai sborrare, mi disse ad un tratto con le mani ben salde sulla mia testa ed il bacino proteso verso di me. Me lo stai leccando davvero bene. Ti piace il mio cazzo vero?
Per tutta risposta passai la punta della lingua lungo i contorni della cappella mentre con una mano gli palpavo i coglioni e col dito dell’altra gli titillavo il buco del culo, strappandogli un gemito di piacere.
Ti avviso che sto per sborrare, mi disse e sentii sulla lingua il sapore della bava del suo cazzo, cosa che mi fece arrapare ancora di più.
Eccola, urlò, eccola, arriva, la sento, la sento arrivare. Scostati se non vuoi che ti sborri in faccia, scostati, presto, scostati.
Feci appena in tempo a scostarmi e ad evitare di essere innaffiato da una delle sue formidabili sborrate; anzi, la più formidabile che avessi mai visto, dato che lo avevo fatto parecchio godere.
Sedici schizzi, li contai, sparati a raffica con una potenza impressionante contro il muro di fronte.
Quando si fu scaricato il muro era tutto sporco, il pavimento era uno schifo ed io mi ero riempito i calzoni godendo insieme a lui.
Da quella volta i nostri rapporti sono cambiati e non ci lesiniamo più niente e quando abbiamo voglia di godere godiamo come meglio ci piace.
Ci baciamo in bocca e ci lecchiamo il viso, il collo, le orecchie e i capezzoli mentre ci strofiniamo le cappelle l’una contro l’altra e ci palpiamo il culo e i coglioni.
Ci tiriamo reciprocamente dei bei rasponi e ci lecchiamo anche le cappelle fino a quando il cazzo non sbava per poi farci delle belle sborrate.
A volte ci sborriamo anche addosso, in faccia o sul petto, e quando siamo particolarmente arrapati ci lecchiamo anche il buco del culo.
Lui vorrebbe mettermelo ma io ho paura perché la sua stanga è davvero gigantesca, in compenso glielo metto io e devo dire che mi faccio delle cavalcate pazzesche affondando nel suo culo fino ai coglioni fino a quando non ho sborrato. Poi, per dargli la sua parte, glielo lecco per bene e gli permetto di annaffiarmi tutto di sborra.
Siamo grandi amici, Massimo ed io.