Godimenti di giovinezza Cap.1

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Godimenti di giovinezza Cap.1
GODIMENTI DI GIOVINEZZA Cap.1

L’estate scorsa ero a Genova per motivi di lavoro, sarei rimasto due o tre giorni e poi me ne sarei tornato in Brianza dove vivo con mia moglie e mia figlia. Io non sono quel che si suol dire un marito fedele, ho avuto qualche breve avventura con donne più giovani e sono sempre inquieto, nel senso che a 48 anni mi sembra di non aver vissuto la mia vita, sino ad ora, in modo abbastanza intenso e soddisfacente. Sono insoddisfatto, ecco…. Non so nemmeno bene cosa vorrei avere o fare, ma ho l’impressione che la mia vita scorra veloce ed inutile, mi manca sempre qualcosa che non riesco a definire, a capire….

Comunque non sono infelice per questo e nemmeno pessimista….penso che qualcosa possa sempre cambiare, per cui continuo la mia insoddisfacente esistenza con la speranza di poter assaporare qualcosa di più di quanto sia riuscito ad avere sin’ora.

Qui a Genova mi trovo sempre bene, di solito prendo una camera in un bellissimo hotel proprio sul mare. La scorsa estate quindi dopo aver visitato alcuni clienti in città ho deciso per la serata di recarmi al teatro Carlo Felice a vedere un balletto, in quanto uno dei miei clienti mi aveva regalato un biglietto omaggio.

Dopo lo spettacolo, un po’ noioso a dire il vero, aspettavo un taxi per fare ritorno in hotel. Alla fermata c’era una famiglia che come me aspettava che arrivasse un taxi libero. Assieme ai genitori c’erano le due figlie, una piccola di circa 14 anni e una più grande.

Le figlie scherzavano tra di loro saltellando in giro mentre i genitori ed io eravamo seduti su dei paracarri ad aspettare. Dissi giusto due parole con loro e seppi che alloggiavano al mio stesso hotel. Mi parve logico allora proporre di dividerci il taxi, ammesso che arrivasse, in 5 ci saremmo potuti stare, visto che le due ragazzine avrebbero occupato poco spazio. Accettarono volentieri.

Intanto io non sapendo che fare guardavo le due figlie che giocavano e il mio sguardo fui attirato da quella più grande, che era davvero bella, piuttosto alta e con due gambe lunghe lasciate scoperte da una minigonna bianca cortissima. La ragazzina aveva lunghi capelli biondi, come la mamma. Pensai che la mamma fosse di origine nordica, forse svedese o giù di lì….infatti avevo colto un leggero accento straniero quando ci eravamo parlati. Il padre invece aveva un accento milanese.

Più guardavo la ragazzina, più mi accorgevo di essere attratto da lei….era bella, aveva qualcosa di attraente, di sexy, le sue gambe mi stavano calamitando….mi accorgevo di desiderarla. Lei parlava con la sorella e per varie volte mi passò davanti…non stava mai ferma. Io me la guardavo avidamente concentrandomi sui suoi movimenti e il mio cuore accelerava un po’ quando la sua gonnellina si alzava di qualche centimetro superando il limite di guardia….ah, quanto mi piaceva….mi sembrava un piccolo angelo biondo….

Nel taxi il papà sedette davanti con la piccola in braccio. Io salii dietro, per ultimo, dopo la ragazzina e la mamma, che si trovò in mezzo. Avrei desiderato tanto sedermi vicino alla ragazzina, che si chiamava Amanda, avrei voluto appoggiare una gamba alla sua, sentire il contatto con il suo corpo, ma purtroppo la fortuna non mi arrise.

Arrivati di fronte all’hotel scendemmo dal taxi. Io mi fermai vicino alla portiera per tenerla aperta e favorire la discesa di mamma e figlia. Dopo la mamma che mi ringraziò per la cortesia, attesi che scendesse Amanda. Lei si mosse scivolando col suo culetto sul sedile e così facendo la gonnellina le salì quasi sui fianchi, in modo che quando riuscì ad allungare una gamba per scendere, vidi col cuore in gola
che era rimasta con le mutandine completamente esposte. Nel momento in cui scese si rese conto che io la stavo guardando, anzi divorando con gli occhi….e che i miei occhi erano calamitati dalle sue mutandine bianche. Quando riuscii a distogliere lo sguardo da quello spettacolo di impareggiabile bellezza ed erotismo, incrociai per un attimo il suo sguardo, che era sorpreso e leggermente imbarazzato.
Si era chiaramente accorta dell’interesse con cui avevo assistito alla sua discesa ed era già abbastanza grande per avvertire maliziosamente che avevo gustato con gli occhi la delizia della sua intimità femminile.

Salutai i genitori e quindi dissi un frettoloso “ciao” a lei ed alla sorella. Amanda non rispose ma mi fissò ancora….poi si girò e corse via.

Quando dopo essere salito in camera mi spogliai e mi misi a letto, l’immagine di Amanda e delle sue gambe nude mi tormentò a lungo…… non potei fare a meno di menarmi alacremente il cazzo e di schizzare pensando a lei….sognando di imbrattare di spruzzi bianchi le sue cosce e le sue candide mutandine.

La colazione del mattino veniva servita in un salone molto affollato, ero in ritardo e cercai un tavolo libero, con la segreta speranza di potermi sedere insieme alla famiglia conosciuta la sera prima. Avrei voluto rivedere Amanda, vedere come era vestita, ma non ebbi fortuna. Non li vidi da nessuna parte, quindi feci colazione da solo in un piccolo tavolino vicino al buffet. Mi alzai per cercare della frutta fresca, girando attorno al lungo tavolo in colonna dietro ad altre persone. Dopo alcuni passi ebbi l’impressione che il mio cuore si fermasse…. di fronte a me c’era Amanda, con in mano un piattino di dolci….aveva una blusa azzurra e dei calzoncini bianchi cortissimi ed aderenti che lasciavano completamente scoperte le sue lunghe gambe da gazzella, i biondi capelli sciolti e due occhi azzurri come il cielo….quasi ci scontrammo, eravamo uno contro l’altra in mezzo alla gente. Dopo un attimo di sorpresa il suo viso si illuminò di un sorriso più enigmatico di quello della gioconda di Leonardo…..che subito però si trasformò diventando più deciso ed aperto. Ma non era comunque un sorriso normale, di convenienza…..esprimeva complicità, malizia…sembrava che volesse comunicarmi qualcosa….qualcosa del tipo : “ti sono piaciuta ieri sera, vero?..l’ho capito sai?…e ho pensato anch’io a quello che è successo…come ci hai pensato tu…lo so bene che ci hai pensato….”

Amanda sparì così come era apparsa, lasciandomi col cuore impazzito e la mente in subbuglio…. Una femmina, anche se così giovane, percepisce il desiderio del maschio, ed io avevo la certezza che lei fosse una femmina di razza, già colma di ormoni, di sogni e di desideri……pensavo che fosse rimasta colpita e lusingata dal mio desiderio del suo corpo, della sua femminilità, probabilmente era vergine e l’assalto visivo che le avevo lanciato in modo così esplicito l’aveva destabilizzata intimamente….forse per la prima volta si era sentita desiderata da un uomo, un maschio adulto tra l’altro, e la cosa aveva suscitato in lei l’incontenibile emozione di sentirsi ormai una vera donna…..capace di suscitare forti appetiti sessuali. Per questo sospettavo che una volta nel letto si fosse frullata la fighetta.

Me ne tornai in camera sconvolto e con la mente in subbuglio. Cercai di calmarmi e di pensare, ma non ci riuscii….dovetti masturbarmi ancora ferocemente per cercare di smaltire un po’ della furia erotica che mi attanagliava.

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