QUELLA GRAN PORCA DI SANDRA

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QUELLA GRAN PORCA DI SANDRA
Ho sempre sete di avventure intriganti che possano ravvivare le mie giornate da neo pensionato. A me il sesso fine a sé stesso non ha mai detto nulla. Ci deve essere qualcosa di intrigante in ogni situazione altrimenti non la prendo neppure in considerazione. In questo io e mia moglie Rita siamo molto simili. Si, siamo una coppia aperta molto affiatata.
Autunno, la giornata è uggiosa, l’estate è ormai un ricordo lontano. Entro nella mia Audi A5 coupe’ color verde gotland metallizzato nuova fiammante e vado alla ricerca di un locale che mi ispiri. Non avete idea di quanta gente interessante si può trovare in certi ambienti.
Su una strada provinciale adocchio un bar/bettola il cui parcheggio è pieno di TIR e motociclette di grossa cilindrata.
Incuriosito, smonto dall’auto ed entro nel locale. Al suo interno vedo tanta gente chiassosa.
Dietro il banco noto una bella donna sui 29 o 30 anni. Alta, carnagione olivastra, capelli neri e lisci, trucco abbastanza marcato ma gradevole a vedersi; indossa un paio di jeans attillati ed una maglietta scollata che mette in risalto le sue forme “giunoniche”.
Articolo interessante penso tra me e me medesimo mentre mi avvicino al bancone. Ordino qualcosa da bere. La osservo meglio mentre mi serve. Ha belle mani con le unghie laccate di rosso. Sento il suo buon profumo che mi arriva in faccia. Gli occhi sono leggermente a mandorla e le labbra sono piene ed umide. Tiene le sopracciglia curatissime. Chiedo come si chiama. Sandra, mi risponde in un italiano con uno spiccato accento portoghese, e sono brasiliana. Ha una voce calda e suadente. Mi piace e mi eccita. Parliamo del più e del meno ma ben presto comincia a dirmi frasi molto piccanti. Vengo a sapere che le piacciono gli uomini maturi. Le chiedo se si trova bene lavorare in quel posto. Si, mi risponde, ma lo stipendio non è un granché.
Colgo la palla al balzo e le propongo come secondo lavoro di venire da me qualche giorno alla settimana per tenere in ordine il mio studio ed i relativi servizi. Poi, ad un certo punto le dico: senti, facciamo così, domani terminato di lavorare ti vengo a prendere e ti porto a casa mia, così ti renderai conto di persona quali sono le mansioni da svolgere. D’accordo mi risponde con un bel sorriso e detto questo ci salutiamo. Montando in auto penso: questa me la trombo alla grande, probabilmente anche domani. Metto in moto e me ne vado.
Il giorno dopo, all’ora stabilita la vengo a prendere davanti al bar. Lei mi aspetta già fuori. È vestita in modo molto sexy: abito nero da sera, calze nere e scarpe in tinta con i tacchi alti. Appena entra in auto mi investe la fragranza del suo profumo; le faccio i complimenti per il look. Lei sorridendo mi ringrazia. Poco dopo siamo da me. Posteggio l’Audi in garage, attraversiamo il giardino ed entriamo nello stabile adibito a studio, posizionato vicino a quello principale.
Io le mostro subito l’ambiente dove lei andrà ad operare. La vedo interessata alla mia proposta. C’è una cosa però che non ti ho detto Carlo ( il mio nome ). Io sono una trans… spero che questa cosa non ti turbi. Incredibile! Sembra una donna biologica penso e mi affretto a risponderle: affatto, l’importante per me è che mi scopi bene lo studio.
Io sono molto brava a scopare… Su questo non ho il minimo dubbio le rispondo avvicinandomi a lei. Ci baciamo. Sento la sua lingua giostrare con la mia mentre una sua mano mi tocca la patta dei pantaloni. Naturalmente ho il cazzo duro come una mazza da baseball. Ci spogliamo in un batter d’occhio. Lei resta in autoreggenti e scarpe. Ha un pene di medie proporzioni ma ben fatto, pube e coglioni rasati, due belle tette tutte da leccare.
Incomincia a spompinarmi. La guardo incantato mentre mi succhia con sensualità l’attrezzo. Come lavora di lingua!
Poi a mia volta le lecco l’ano ed i turgidi coglioni, quindi lubrifico la parte interessata; mi servo di una cintura per tenere il suo pisello attaccato all’addome in modo da evitare che ciondoli durante la trombata. La metto alla pecorina su un divanetto di cortesia in pelle bianca che si trova nello studio, indosso il preservativo, appoggio la cappella sul suo buchino e la penetro. Comincio a cavalcarla. Mentre la monto palpo a piene mani le sue tette. Che libidine! Ora il ritmo della scopata è sostenuto. È molto eccitata. Probabilmente non si aspetta che alla mia età possa trombare ed avere molta esperienza. Poco dopo lei sborra senza neanche toccarsi! Io continuo a montarla fin quando vengo a mia volta. Mi sfilo il preservativo giusto in tempo per sborrarle sulle sue belle chiappe.
È stata l’unica volta che l’abbiamo fatto sul divano; il resto delle volte sempre in cesso. Non chiedetemi perché; non lo so’ neanch’io. Uso di solito adattare le mie passioni allo stile delle mie partners. Diciamo che con lei mi piaceva farlo in quel luogo. Le metto spesso la testa nella tazza e la trombo con foga. Mi piace durante la monta schiaffeggiare il suo culo, duro come un tamburo. Quando faccio questo, lei mi abbraccia al collo con passione e sentimento.
Come già detto, Sandra ama l’uomo maturo. Con lei però deve essere autoritaro ma non troppo! Deve avere compassione… Equilibrio così questi due modi nella trombata.
Sono innamorato dei suoi bei piedi. Adoro guardarli mentre calzano delle scarpe a zeppa. Spesso li bacio e li lecco: il loro sapore mi piace e mi eccita molto.
Si, Sandra mi ha colpito fin dal primo momento. Ora però è da un po’ che non la sento e non la vedo… Uno di questi giorni le telefonero’.

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