La vicina di casa

La vicina di casa
Fabio era figlio unico, con i genitori che lavoravano entrambi. Fin da piccolo, sua mamma aveva trovato nella vicina di pianerottolo 1 vera e propria “salvezza”. Infatti Adele, questo era il suo nome, viveva da sola nell’appartamento di fianco al loro. Appena laureata, si guadagnava da vivere facendo le notti in ospedale al fianco delle “vecchiette” e sfruttando la sua conoscenza delle lingue, facendo traduzioni in privato. Così la mattina sin da quando Fabio era piccolino, si era presa cura di lui. Lo aveva seguito in tutte le sue tappe, dai primi passi ai primi giochini. Dal primo giorno di scuola ai compiti. La mamma la mattina lo accompagnava in classe, all’ora di pranzo Adele lo andava a prendere e lo faceva mangiare a casa sua. Poi la pennichella pomeridiana, i compiti (fatti rigorosamente insieme) ed un po’ di televisione in attesa del ritorno della madre prima e del padre poi. Così lui era arrivata a chiamarla zia Adele. Lei, originaria di 1 paesino del molise di pochissime anime, era venuta a Napoli per studiare all’università. Dopo essersi laureata aveva deciso di rimanere in quella città che l’ aveva letteralmente conquistata. Dal punto di vista sentimentale non era stata molto fortunata, 1 paio di storie (di cui 1 piuttosto seria) finite sempre a causa di tradimenti, le avevano fatto crescere 1 considerazione del genere maschile non proprio delle migliori. Certo i ragazzi non le mancavano, alta circa 1 m e 70 non proprio magra, 1 taglia 44 aveva degli enormi occhi neri, 1 sedere un po’ abbondante e quel seno che generosamente la natura le aveva regalato. 1 quinta che le faceva un po’ la carta d’identità. Il sorriso e l’innata simpatia la rendevano comunque piacevole a chiunque anche perché nonostante il suo aspetto giunonico, non faceva niente per mettersi in mostra. Gli anni passavano, lei mandava curriculum a destra e sinistra, Fabio intanto cresceva piano piano. Alle scuole medie lui cominciò ad avere le prime cotte per le compagne di classe, si confidava con quella zia che da sempre aveva conosciuto tutti i suoi segreti. Lei gli dava i consigli cercando di non farlo diventare come quegli uomini che tanto avevano fatta soffrire. Poi inevitabilmente verso i 13 anni il ragazzino ebbe lo sviluppo, e complici anche i classici film anni 70 che a ripetizione invadono da sempre ogni canale televisivo, cominciò ad avere le prime pulsioni sessuali.
Nella sua camera Fabio cresceva, guardava la prima peluria uscire nelle sue parti basse. Le chiacchiere con i suoi amici poi certe volte gli davano le risposte ad alcune domande sul sesso, altre invece gli ponevano degli interrogativi. Intanto anche Adele era cresciuta, per così dire. Superato i trent’anni aveva trovato lavoro in 1 biblioteca di pomeriggio. Non aveva mai smesso le sue nottate in ospedale, certe volte addirittura le faceva in maniera gratuita, il suo animo era di quelli semplici ma nello stesso tempo buoni. L’unica certezza della sua vita, era diventato quel ragazzino che oramai tornava da scuola tutto solo, ma continuava ogni giorno ad andare a pranzo da lei, a fare la pennichella pomeridiana e a completare i compiti nel suo salone.
Fu proprio il giorno dopo aver visto 1 di quei film con “La supplente” che Fabio, 1 volta entrato a casa di Adele, mentre lei lo precedeva andando in cucina, si soffermò per la prima volta a guardarle il sedere che era coperto da 1 leggins blu scuro. Quella che fino al giorno prima era stata “zia Adele”, adesso gli aveva portato 1 pensiero per così dire proibito. Inevitabilmente rimase scosso; pomeriggio quando si adagiò sul lettone di lei per la classica pennichella, non riuscì a prendere sonno, soprattutto quando, come sempre succedeva, anche lei si metteva a letto dopo aver fatto la cucina.
Passarono 1 paio di mesi, e in questo tempo Fabio fu letteralmente ipnotizzato da Adele e dal suo corpo. Naturalmente lui non si azzardava a fare nessuna avance, ma allo stesso tempo appena poteva, si creava l’ occasione per toccarle i fianchi piuttosto che la schiena. Poi più di 1 volta il pomeriggio quando erano entrambi a letto, facendo finta di dormire le aveva poggiato il braccio di fianco a sedere oppure vicino ai seni. Adele da parte sua, da donna qual era, aveva visto che il suo bambino, non era più tale. Oltre ad 1 crescita fisica, aveva notato quei suoi tentativi impacciati per avere contatti con lei. Lei naturalmente aveva sempre fatto finta di niente, anzi era quasi contenta, il pomeriggio, di sentirsi sfiorare dalle sue mani quando erano a riposare.
Così la primavera arrivò velocemente e Fabio aveva compiuto 14 anni anche se non è che fosse particolarmente alto. I suoi tentativi maldestri di “toccare” Adele continuavano. Il pomeriggio quando si buttava sul letto per riposare, in realtà non faceva altro che aspettare che lei arrivasse, per poi avvicinarsi (facendo finta di dormire) e appoggiare le sue mani sui grossi seni della donna. Lei lo sapeva, lo aveva capito benissimo, e certe volte si metteva di proposito sul fianco di fronte a lui ad aspettare quel suo movimento apparentemente involontarie che terminava sempre con la mano sulla tetta. In quel periodo Adele non aveva fidanzato, la sera quando non andava in ospedale, ogni tanto si procurava piacere con 1 vibratore che aveva acquistato in Olanda tanti anni prima. Nonostante avesse preso qualche chilo, continuava ad essere 1 bellissima donna.
1 pomeriggio Fabio tornò come sempre da scuola, quando lei aprì la porta di casa notò che aveva la tuta (per la verità ogni settimana era vestito così, ma lei evidentemente non ci aveva mai fatto caso). Non volendo lo aveva guardato proprio nelle zone basse, ma chiaramente era stata 1 assoluta casualità. Data la sua parte però, proprio quel pomeriggio Fabio la vide chinarsi per prendere la carne dal forno, e notò che dal solito leggins le era uscito parte del perizoma. Quella visione gli portò subito 1 erezione. Tanto che appena finito di mangiare, in maniera stranamente frettolosa cercò di andare in camera da letto a “sbollire”. Però proprio nel suo uscire dalla sedia ed alzarsi, il ragazzo non fece caso al fatto che la tuta tradiva visibilmente il suo stato, e Adele per la prima volta si rese conto che Fabio era diventato uomo, e che oltretutto la natura lo aveva anche piuttosto fornito. Quel pomeriggio quando i 2 furono come sempre nello stesso letto, il ragazzo poggiò la sua mano sul seno di lei, e lei per la prima volta si avvicinò a lui più del solito, facendo un po’ la stessa cosa che faceva lui, tenendo la sua mano dalla parte del dorso contro le zone basse.
Fabio non si accorse di questo avvicinamento, ma come al solito 1 volta tornato a casa sua, pensò a quel seno che con la sua mano “morta” aveva toccato in maniera sempre più decisa. Adele da parte sua non rimase insensibile a quell’episodio. Sarà perché non aveva 1 uomo da parecchio tempo, ma pensò e ripensò a quella tuta gonfia. Per tutta la settimana lei, spero’ che lui tornasse da scuola con la tuta, ma niente. Anzi quasi a volerlo punire, più di 1 pomeriggio gli diede la schiena per non farsi toccare.
Poi però finalmente, la settimana passò per intera e Fabio tornò da scuola dopo aver fatto educazione fisica. La tuta grigia portò automaticamente il sorriso sulle labbra di Adele quando come sempre aprì la porta ad ora di pranzo. Allo stesso tempo Fabio notò che mentre mangiavano lei sotto la maglietta stranamente non portava il reggiseno, ed i capezzoli si notavano eccome. Poi a pranzo quasi finito, Fabio fu sorpreso da Adele che si sedette sulle sue ginocchia per fargli assaggiare 1 dolce che aveva fatto. “Adesso 6 grande, puoi reggere 1 pesante come me. Dopotutto io ti ho tenuto in braccio per 1 vita!” Gli disse sorridendo. E lui “figurati, che poi non 6 pesante, anzi” mentre diceva queste parole, l’eccitazione aveva fatto crescere il suo uccello a dismisura. Adele con 1 tocco solo apparentemente involontarie, si era resa conto di tutto ciò.
Fabio andò come al solito nella camera da letto, lei dopo aver fatto passare soltanto qualche minuto, ed aver lasciato ancora i piatti sporchi, lo raggiunse. Come al solito lui faceva finta di dormire ed era sul fianco. Lei prese 1 lenzuolo e si coprì non prima di aver coperto anche lui. Poi invece di girarci come al solito di fronte a lui, si girò dall’altra parte, anche lei sul fianco. Ma piano piano si avvicinò al ragazzo che intanto con la mano l’aveva abbracciata. Adele spostò la mano indietro fino ad arrivare a sfiorare la tuta di Fabio. Toccò la sua erezione e poi si abbassò prima il legging e poi le mutandine. Intanto la mano di Fabio aveva circondato il seno di lei, ma come sempre, era immobile, non si muoveva. Allora lei poggiò la sua mano su quella del ragazzo se la premette sul seno. In quel momento Fabio sentì nella sua mano tutta la grossa tettona di lei, e cominciò a muovere la mano come sempre aveva sognato. Adele piano piano avvicinò il suo sedere alla tuta gonfia del ragazzo (ancora ignaro di ciò che stava per succedere). 1 volta arrivata a contatto, con la mano gli scoprì la parte alta della tuta e per 1 attimo, le sue dita sfiorarono il suo uccello. Poi finalmente le si poggiò con il sedere a contatto con l’uccello. Fabio istintivamente cominciò a strusciarsi contro di lei. Prima in maniera perpendicolare, poi abbassò il membro (aiutato da 1 movimento di lei con il sedere). Lo muoveva fra le cosce, fin quando lei con 1 mano non lo prese e gli indirizzò la punta all’ingresso della micia. Fabio cominciò a spingere, sentii che c’era più attrito ed allora spinse con più forza. Ci mise un po’ a capirlo ma stava perdendo la verginità. Era dentro di lei, e lo muoveva avanti e indietro. 1 volta, 2 poi sentii il piacere che stava per esplodere dal suo uccello ed istintivamente fece per toglierlo da dentro, ma lei spinse il suo culo contro di lui e si fece venire dentro. Dopo la prima ondata, Fabio non si tenne più; 1 seconda e 1 terza… senti la sua zia che ansimava sotto i colpi del suo uccello che godeva. Sorrideva e spingeva felice… come felice era Adele a sentire dentro di sé, dopo tanto tempo, di nuovo 1 membro maschile.

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