IO , LUI E ARTURO

IO , LUI E ARTURO
Sono passati 5 anni da quella serata magica (tragica)., 5 anni da quel giorno che ia mia anima ascese al paradiso e poi gettata alle ortiche nell’arco di poche indimenticabili ore. Arturo mi Aveva lasciato un segno incancellabile , una tatuaggio a vita su un posticino che gli apparteneva di diritto. Nel mio cuore. .
Lo avevo amato e rimpianto per settimane. Ma la vita va avanti e l’amore ha bisogno di essere coltivato e annaffiato come una bellissima orchidea , un orchidea con una piccola macchia scura su un petalo, che spunta inesorabilmente ogni volta che il fiore cade e poi rifiorisce, stessa petalo, stessa macchia.
Non avevo mai raccontato di quel l’avventura al mio compagno. Non so perché, forse per la sua singolarità , forse per rispetto di Arturo, più probabilmente per rispetto verso il mio compagno. Non era facile raccontare una storia se pur così breve , riuscendo a nascondere il sentimento e il coinvolgimento dell’anima.
Non si può raccontare la Gioconda tralasciando la perfezione, la magia che rende un piccolo dipinto un immenso capolavoro inestimabile.
Lasciai Arturo là dove era, in un posto dentro il mio cuore.
L’uomo dei miei sogni era stato splendidamente sostituito dall’uomo della mia vita. Non dico di averlo dimenticato, ma di averlo messo nel mio personale e privato cassetto dei ricordi.
Questa estate , calda e insopportabile, ho fatto fatica ad andare al mare, malgrado la spiaggia si trovi a 300 metri da casa mia. Troppo caldo, troppa pigrizia.
Ci sarò andato si e no tre volte.
Una di queste volte , di queste tre volte, il destino maledetto senza curarsi dei miei sentimenti, mi aveva riservato il suo solito scherzo malvagio.
Un venerdì pomeriggio, dopo che la notte aveva piovuto e rinfres**to l’aria, annoiato e solo , avevo deciso di andare al mare. Ho preso lo scooter e mi sono avviato verso la prima spiaggia , non volevo andare nella parte di battigia gay, non avevo voglia , volevo solo abbronzarmi un po’ su un bel lettino comodo da 7 euro.
Relax, un po’ di frescura, auricolari alle orecchie con musica a palla dal mio iPad . Inutile dire che dopo un po’ mi sono addormentato a pancia all’aria. Non so dirvi quanto ho dormito. Ma so come mi sono svegliato. L’ mp3 che avevo selezionato era finito da un pezzo. Io ero caduto in un sonno profondo.
” Guerrino, sei tu Guerrino, stai dormendo?” Neanche una bomba mi avrebbe svegliato , ma il suono di quella voce in lontananza piano piano mi stava trascinando fuori dal limbo.
” Ehi Guerrino, sono io, Arturo. Ti disturbo???” Ora la voce si faceva più chiara . Ma non riuscivo a capire se stavo sognando o cos’altro. Finché due carezze sulla pancia mi svegliano e a fatica cerco di aprire gli occhi, infastiditi dal sole ancora alto.
” Ciao Guerrino, sono Arturo. Ti ricordi di me???” E come non potevo ricordare il mio maschio perfetto. A poco a poco ila mia vista si abituava alla luce e in un attimo quella sagoma scura seduta sul bordo del mio lettino appariva chiaramente ai miei occhi. E un brivido mi corse lungo tutto il mio corpo bruciato dal sole.
” Arturo???? Sei tu??? ” non ci volevo credere. Ma era proprio lui. Con tutta la sua bellezza, un po’ diverso certo, i capelli rasati, due lunghi baffoni al posto della barba. Ma era lui. Gli occhi verdi smeraldo. Ile sue labbra carnose, i tatuaggi, le braccia grosse e pelose. Quel pelo brizzolato, un po’ più chiaro, ma sempre sexy ed eccitante. Mi alzai di s**tto e mi misi seduto.
” Ciao Guerrino, sono io, si, Arturo. Ti ho visto arrivare. Non volevo disturbarti. Ma non ho resistito scusami. Ti ho svegliato?” Non avevo più dubbi, la voce più bella del mondo , quel timbro maschile così perfetto , non poteva che essere lui.
” Si in realtà mi hai svegliato, ma da un sogno che dura da anni!!” Gli risposi quasi di istinto.
” Che sagoma che sei, il solito simpaticone. Sono contento anche io di vederti comunque!!!” E sorridendo indicò con gli occhi in direzione del mio pacco.
Abbassai gli occhi e mi accorsi di avere il pene in erezione sotto il costume.
” Cazzo scusami, che figura. Sto stronzo deve sempre dire la sua!!” Dissi imbarazzato.
” Beh mi pare che sia abbastanza chiaro il suo pensiero. O forse sono inopportuno dicendo questo???” E sorrise ancora.
” Beh, ehm.. ma dimmi tu piuttosto come stai??? ” cercando di nascondere l’imbarazzo. Lui indossava un paio di pantaloncini da surfista. Era ovvio il perché.
” Giusto. Io sto bene. Sono in ferie questa settimana. È il primo giorno che vengo al mare. Che fatalità trovarti proprio oggi. ” disse dandomi un colpo sulla spalla.
In verità non sapeva quanto strana e pazzesca fosse quella fatalità. Qualcuno ci aveva messo lo zampino, qualcuno a cui piace giocare con il fato, il Destino.
” Ti trovo bene, sei sempre bello, cazzo se sei bello!!” Gli dissi ammirando quel corpo illuminato dal sole.
” Grazie, anche tu sei sempre uguale. Hai messo su un po’ di pancia ma ti dona, ti fa più uomo. Non che prima tu non lo fossi. Oh Dio forse mi sono spiegato male, non fraintendere, volevo dire che…… sai ho una compagna da un paio d’anni ” mi sparò in faccia questa notizia per togliersi dal casino in cui si era ingarbugliato.
” Davvero? Sono felice per te. ” risposi col dubbio di aver sentito compagna o compagno. Non ebbi il coraggio di chiederglielo.
” Si, sono innamorato sai? Sono felice.” Fu come un pugno allo stomaco. Ma perché poi? Gli sorrisi, ma non mi veniva da dire nulla. Il silenzio durò poco ma mi sembrò infinito.
” Non credevo dì trovare la felicità. Non dopo quel giorno che ci siamo conosciuti. Per tre anni non ho fatto altro che pensare a te. A come ti ho trattato, a quello che mi hai fatto provare. Ok scusam, sto esagerando lo so.” E il suo volto si oscurò per un attimo.
” Senti Arturo, quel che è stato è stato. Si vede che doveva andare così. Quel che conta è il presente. Tu sei felice, io sono felice. Siamo fortunati. ” gli dissi riportandolo coi suoi pensieri al presente .
” Hai ragione!!!! Stai ancora assieme al tuo ragazzo!!! ” mi chiese
” Certo, ora lavora come chef in un ottimo ristorante di Chioggia . È bravissimo. Domani sera non lavora, turno di riposo. Se non ricordo male tu avanzi una cena da me. Perché non vieni a trovarci così assaggi la sua cucina? ” non so perché gli feci questa proposta!!!!
” Mi piacerebbe, domani sono anche solo, ma il tuo ragazzo è d’accordo?”
” Tranquillo, non ho mai raccontato nulla a Gianni. Niente di niente. Gli dico che sei un vecchio amico, lui sarà contento di cucinare per noi. Fidati. ”
E senza altre spiegazioni Arturo accettò l’invito , pur di vedermi, pur di vederlo.
Ci scambiammo i numeri di telefono. Poi lui se ne andò con una scusa. E mentre si allontanava lo guardavo con poca speranza nel cuore, invece lui si voltò e mi fece cenno con la mano TI CHIAMO!!
Quando Gianni tornò dal lavoro quella sera, gli raccontai subito che al mare avevo incontrato un mio amico di vecchia data, e che l’avevo inviato a cena la sera dopo da noi. Subito partirono a raffica le solite domande. Ma chi è?quanti anni ha? È gay? Ma te lo sei fatto etc……
“Senti Gianni, è un caro amico con cui ho condiviso un momento particolare, non di sesso. Ha 55 anni, ed è etero. Se vuoi sapere la verità, l’ho invitato perché volevo che conoscessi uno degli uomini più belli che ho mai visto in tutta la mia vita. Tutto qua. Non c’è altro sotto, nessuna torbida storia di sesso, nessuno scandalo. Tu prepara una buona cena come sai fare tu e vedrai che passeremo una piacevole serata. Lui sa che siamo una coppia gay. Quindi sentiti libero di comportarti e parlare di quello che vuoi. Ma sappi che lui non viene qua con secondi fini, se non quello di stare in buona compagnia . È etero e ha una compagna. ” ovviamente Gianni ascoltò tutto il mio discorso ma non credette a una sola parola. Lo conosco troppo bene.
Il giorno dopo Gianni si diede un bel da fare ai fornelli, intenzionato a fare un ottima figura e aumentare il suo ego.
Arturo non mi chiamò per tutto il giorno. Alle sei della sera ero agitatissimo. Vuoi vedere che non viene??? Ero tremendamente indeciso se chiamarlo io o aspettare ancora un po’. Ma cazzo erano quasi le sette e decisi di chiamare.
” Pronto Arturo, sono Guerrino. Guarda che noi ti aspettiamo per cena!!!” Gli dissi non appena rispose.
” Scusami Guerrino. Non so cosa mi è preso, ma non ho trovato il coraggio di chiamarti. ” rispose con la sua solita voce seria e il mio cazzo si svegliò.
” Ma scherzi? E perché non hai avuto il coraggio? Cosa ti passa per la testa?” Ero un po’ incazzato , oltre che eccitato.
” Rivederti ieri mi ha riacceso qualcosa dentro e sono spaventato. Ma ora che mi hai chiamato vengo, si vengo!!!”
” Beh sarà meglio per te!! Il povero Gianni è tutto il giorno che sgobba ai fornelli!!! Dai ti do la via da mettere sul navigatore. Ti aspetto alle otto. E, Arturo, stai tranquillo ok????” Mi disse di si e chiudemmo la chiamata.
La mia agitazione era a mille.
“Tutto ok? Qualche problema? Ti vedo un po’ agitato!” Mi chiese Gianni
” Si si tutto ok. Arriva alle otto. ” risposi in evidente stato confusionale
” Mah, sarà. Secondo me non me la racconti giusta” aveva ragione.
” Ma no tutto ok. Vado a fare una doccia ok?”
” Si vai a fare una doccia, chissà che non ti calmi i bollenti spiriti! Ha ha ha” mi rise in faccia.
Corsi a fare una doccia, e mentre ero sotto l’acqua pensavo alle parole di Arturo. Pregavo che la serata andasse per il meglio. Ma temevo che si sarebbe trasformata in un disastro annunciato.
Alle 20 era tutto pronto. Tavola apparecchiata, vino in fresca, io e Gianni vestiti e docciati. Guardai dalla finestra e vidi una macchina arrivare e parcheggiare sotto casa nostra. Era lui. Il cuore mi scappava dal petto.
” È arrivato, scendo a prenderlo ” e mi diressi fuori casa oltre il cancelletto incontro ad Arturo. Quando scese dall’auto sembrava un Dio greco. Indossava una camicia aderente a maniche corte bianca, aperta sul davanti fino quasi al l’ombellico, tanto da mettere in mostra il suo petto villoso, ed esaltare le sue braccia e la sua pancia tonda e dura. La camicia era dentro un paio di jeans strettissimi, lunghi, che gli facevano un culo perfetto, e un pacco sul davanti notevole. Chissà che trucco avrà usato, pensai. Ai piedi un paio di ciabatte in pelle nera, come la cintura. I baffoni quasi bianchi così come il pelo del corpo esaltavano l’abbronzatura.
” Che bono che sei stasera!!! Vieni che entriamo e ti presento Gianni” gli dissi.
” Aspetta Guerrino, devo dirti una cosa prima. ” mi fermò con voce autoritaria.
“Dimmi Arturo, cosa c’è?” Risposi restando fermo immobile, davanti a lui a distanza ravvicinata, faccia a faccia.
” Ieri ti ho mentito. Non è vero che ho una compagna . Non è vero che sono felice. La verità è che non ti ho mai dimenticato. Ieri quando ti ho visto, mi sono accorto di essere innamorato di te, di esserlo sempre stato in questi anni. Lo sono più che mai ora che ti vedo davanti a me. Dovevo dirtelo. Ora che lo sai , mandami via o fammi entrare. Ti prometto che mi comporterò bene. Ma sta a te decidere” disse fissandomi con quei suoi occhi verdi penetranti. Ammaliato dal suo sguardo e dalla sua voce gli presi una mano.
“Andiamo dentro , Gianni ci aspetta!!” E lo accompagnai tenendolo per mano fin dentro casa.
PRIMA PARTE

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